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 2018  maggio 09 Mercoledì calendario

La ricchezza dei Di Silvio, del clan Casamonica

roma Negli ultimi trent’anni hanno dichiarato al fisco poco più di 165mila euro. Eppure Alevino Di Silvio e il suo nucleo familiare, composto da sette persone, vivevano in una villa dal costo di edificazione di 429mila euro, sfoggiando un «tenore di vita tutt’altro che modesto». Piscina, doppio ingresso e arredamento kitsch stile Scarface. Ora l’immobile, situato proprio in via Salvatore Barzilai, la strada dove è avvenuto il pestaggio di Pasqua (per il quale, appunto, stati arrestati tre Di Silvio), è stato confiscato dal tribunale per le misure di prevenzione di Roma. Destinatario della misura patrimoniale, su richiesta dei magistrati della Dda di Roma, è lo stesso Alevino Di Silvio, uno dei componenti del clan di origine sinti imparentato con i Casamonica con i quali ha colonizzato il quartiere Romanina e buona parte del quadrante est di Roma. Di Silvio era finito nella maxi retata di sei anni fa con cui furono arrestati 39 membri delle due note famiglie, accusandoli di aver messo in piedi un sistema collaudato di spaccio. Condannato in primo grado Alevino, è stato assolto in Appello. Il proscioglimento, però, non gli è servito ad evitare che i suoi beni venissero aggrediti. Troppo sproporzionato il suo reddito e quello del “vasto nucleo familiare allargato” rispetto allo stile di vita: «Il costo dell’immobile, edificato nel 1985, quando era già manifesta da anni la sua pericolosità sociale – si legge nell’ordinanza firmata dal presidente Guglielmo Muntoni e dal giudice Franca Amadori, e impugnata dai suoi avvocati – è assolutamente incompatibile con i redditi leciti globali di tutti i familiari, che ammontano a 165mila euro complessivi negli ultimi 30 anni, e li pongono sotto la soglia di povertà». Poveri sì, ma con la piscina.