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 2018  maggio 09 Mercoledì calendario

Flambus

Immagina di essere il cittadino di una capitale europea, di pagare l’addizionale Irpef più alta del tuo Paese e di svegliarti con la spericolata ambizione di uscire di casa. Rinunci alla macchina perché in certi quartieri i bravacci dei clan locali si piazzano in mezzo alla carreggiata per estorcerti un pedaggio. Rinunci al motorino perché scansare le buche e cavalcare i dossi provocati dalle radici degli alberi ha trasformato il viaggio in uno slalom gigante sulle montagne russe. Rinunci anche alla metro da quando una banda di scippatrici ti ha alleggerito del portafogli per renderti meno pesante l’attesa di un treno chiamato Godot, e alla bici perché a Roma i colli sono settanta volte sette e le piste ciclabili stanno a zero, a differenza delle chiacchiere, riciclabili. Infine rinunci agli autobus perché hanno la curiosa abitudine di prendere fuoco e non si capisce se sia incuria, sabotaggio o se si suicidino per la disperazione. Accendi la tv e l’assessora all’Immobilità, in collegamento da via del Tritone con il 63 ancora in fiamme alle sue spalle, ti sbandiera con orgoglio che dall’inizio dell’anno ne sono bruciati soltanto nove, nel frattempo diventati dieci perché, mentre lei parlava, ne è esploso un altro in periferia.
Immagina di essere quel cittadino e di prendere l’unica decisione possibile: seppellirti in casa. Bene, ricordati di non aprire le finestre perché è da prima di Pasqua che nessuno passa a ritirare l’immondizia. Roma è malAtac.