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 2018  maggio 09 Mercoledì calendario

La scorciatoia

Il nome non lo faremo (ci spiace soltanto per il Quirinale che poteva ricavarne un’idea). Lo chiameremo l’Italiano. Il 22 aprile l’Italiano ha corso la maratona di Londra. La prima parte se n’è andata in due ore e un quarto. Non male per un sessantenne. Ma sentite che ha combinato nella seconda: è andato a velocità doppia, neanche si fosse scolato una damigiana di Red Bull. Ha superato 13 mila avversari, è andato più forte anche del campione olimpico Mo Farah: 21 chilometri in un’ora e 4 minuti! Da far fatica anche col motorino. Un eroe. Chissà al paese che brindisi, che trionfo. Ma venti giorni dopo s’è capito che era successo: aveva trovato una scorciatoia e tagliato metà percorso. Metà percorso, metà tempo. Facile. E dire che l’edizione era dedicata al leggendario Dorando Pietri che alle Olimpiadi del 1908 era stramazzato a pochi metri dal traguardo e dalla medaglia d’oro. Chissà se un giorno noi Italiani (i moltissimi colleghi dell’Italiano) capiremo che si può essere grandi nella sconfitta e piccini nella vittoria. Specialmente se si viene scoperti. Disonesti e fessi. Lo diceva già Kissinger: gli Italiani pensano di essere i più furbi di tutti. I furbi alla sfida preferiscono la scorciatoia perché i furbi non amano se stessi, sono un po’ invaghiti di quello che vorrebbero essere, e si fanno belli per incantare gli altri. Ecco, non abbiamo detto il nome dell’Italiano perché è pieno di Italiani che fanno i furbi per piacere di più, e vanno pure in giro a dire di avere vinto anche se non è vero. Ultimamente sono tutti su da Mattarella.