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 2018  maggio 05 Sabato calendario

Due bulli arrestati a Bergamo

Chi a dicembre ha verbalizzato il suo racconto, lo definisce timido, introverso, di aspetto esile. Lo chiameremo Andrea, nome di fantasia per tutelare i suoi sedici anni. A dicembre 2016, due suoi compagni di un istituto superiore di Zogno – cittadina incassata nella valle del fiume Brembo, una strada provinciale diretta verso la più nota San Pellegrino Terme, ingolfata da tir e auto – interpretano il suo essere timido per debolezza e iniziano a bullizzarlo, a infierire. Andrea non reagisce, quando rientra a casa si tiene tutto dentro, fino a provare un grande «malessere psicologico», ricorda chi ha ascoltato la sua denuncia, annotato il suo calvario.
«Si è chiuso in se stesso, soffriva di stati d’ansia, cambiando anche il suo stile di vita», raccontano oggi gli investigatori. Diventa improvvisamente introverso iniziando anche a essere debilitato fisicamente. È una situazione che si trascina esattamente un anno, fino a quando, tornando da scuola, racconta alla madre di avere un forte dolore alla schiena, per una caduta. Viene portato dal medico, viene curato e gli vengono diagnosticati cinque giorni di riposo. Solo a quel punto, Andrea trova il coraggio di raccontare ai genitori la causa di quella botta. Sono stati due suoi compagni, in palestra, a sbatterlo volutamente e violentemente per terra, contro una panca. Lui ha sbattuto forte la schiena. Solo l’ultimo episodio di una lunga serie.
Da due giorni, questi due “Franti” della provincia di Bergamo, sono finiti in una comunità per minori difficili, misura rara, estrema, che dimostra la gravità dei fatti. Nell’ordinanza d’arresto di nove pagine, firmata dal pm del Tribunale dei minori di Brescia, Lara Ghirardi, vengono elencati i reati da cui si devono difendere: «atti persecutori aggravati», ingiurie e lesioni.
Da quattro mesi, invece, Andrea ha cambiato scuola. E, forse, ha ricominciato a vivere. Questi due Franti di provincia, oltre a difendersi in un processo, sono stati immediatamente sospesi dopo la denuncia e la loro bocciatura è data per scontata, qui alla scuola di Zogno.
Quello che è successo non è figlio dell’indifferenza. Anzi. Ci tengono a sottolinearlo tutti. Quando a dicembre i genitori di Andrea si sono rivolti ai carabinieri della compagnia di Zogno, hanno trovato solo collaborazione. I compagni di classe di Andrea, non hanno titubato a confermare il racconto del compagno. Chi ha assistito agli agguati, è intervenuto. Gli insegnanti non si erano accorti di nulla, i due Franti, operavano da calcolatori, attendevano Andrea solo quando era solo.
Tutte famiglie “normali”. Un lavoro, nessun problema con la giustizia per i genitori dei due sedicenni. Solo uno di loro ha una denuncia per furto e una fama da bullo. Ad Andrea, lo avrebbero prima insultato, poi, piano piano, hanno alzato il tiro, rompendogli una volta un giubbotto, rubandogli le penne dall’astuccio, spezzandole per puro disprezzo. Gesti di sfida, dinamica da capi branco. Di fronte a ogni bravata, la minaccia «di stare zitto», altrimenti avrebbe passato guai peggiori. E, loro, così, di incappare in una sospensione. A febbraio scorso, i carabinieri inviano alla procura dei minori la loro informativa. La denuncia ha raggiunto tutti i riscontri necessari, non ci sono dubbi o punti che non tornano. Nell’ordinanza eseguita giovedì pomeriggio, a pesare sulla misura da adottare ci sono soprattutto gli atteggiamenti minacciosi dei due. Ed è questo che ha spinto il gip del Tribunale di Brescia a convincersi della bontà del trasferimento in una comunità dei due sedicenni. «Potrebbero, se tenuti in libertà, continuare a reiterare i reati», viene sottolineato in un passaggio del provvedimento restrittivo.
«I fatti di Bergamo ci ricordano che contro il bullismo occorre tenere la guardia ben alta», commenta il capogruppo del Pd in Regione Lombardia Fabio Pizzul, già co-relatore della legge regionale di contrasto a bullismo e a cyberbullismo. La Regione «può svolgere un ruolo importante, mettendo risorse sulla legge approvata nel 2017 e non finanziata per il 2018».