la Repubblica, 5 maggio 2018
Lo scandalo del Nobel, intervista a Per Wästberg
Nel giorno in cui si decreta che il premio della Letteratura non sarà assegnato parla Per Wästberg, presidente del direttivo. “Siamo stati ingannati da criminali. Sospettavamo di molestie e scommesse e non abbiamo fatto nulla” STOCCOLMA «È vero, le voci giravano, molte cose si sapevano, Arnault, le donne, le scommesse. Quanto è accaduto è una vergogna. Ci dispiace». Per Wästberg è uno dei membri più anziani della Svenska Akademien che assegna il premio Nobel per la letteratura. Ha 84 anni, è uno scrittore tra i più importanti del Paese, ma soprattutto è il presidente del Comitato direttivo del Nobel, l’uomo che a primavera mette nelle mani dei giurati la lista dei venti candidati tra i quali verrà poi scelto il futuro vincitore. Ci accoglie nella sua casa di via Nybrogatan, in un quartiere elegante del centro di Stoccolma. Dentro domina il bianco immacolato, un candore che non riesce a stemperare i colpi di quanto è successo. Nella sua vita Wästberg è stato un attivista, ha fondato il dipartimento svedese di Amnesty International, ha scritto libri sull’Africa e l’apartheid, decine di romanzi, è stato amico di Nelson Mandela, ma dà l’impressione che finora non avesse messo in conto di trovarsi a vivere un momento tanto increscioso: un tristissimo scandalo di sesso e donne che sta infangando l’immagine del Nobel assegnato dall’Accademia svedese. Viene considerato dalla stampa un gentleman, un democratico, addirittura troppo equilibrato per cavarci qualche dichiarazione che faccia rumore. Sentirlo pronunciare parole come “vergogna”, “bugie”, “criminale”, dà la misura della potenza di questo terremoto. Parliamo a poche ore dalla diffusione del comunicato con cui l’Accademia ha annunciato al mondo che il Nobel di quest’anno è stato cancellato e che verrà consegnato insieme a quello del 2019. In realtà nessuno se lo aspettava. All’uscita della lunga riunione di giovedì, gli accademici avevano rassicurato sul fatto che si sarebbe tenuto. Volevano depistare la stampa? Possibile che sia una piccola vendetta nei confronti di chi da giorni viola il loro proverbiale silenzio. Era successo solo due volte nella storia del premio di avere due Nobel nello stesso anno: nel 1904, quando a vincerlo furono Frédéric Mistral e José Echegaray y Eizaguirre, e nel 1974 con gli svedesi Eyvind Johnson e Harry Martinson, entrambi membri dell’Accademia. Ci furono molte polemiche, ma allora non c’erano scandali alle spalle. Wästberg racconta che la decisione di rimandare il Nobel è stata presa all’unanimità e in fondo non potrebbe dire altro, visto che le discussioni dentro la Börshuset – il palazzo dove avvengono questi incontri – sono segrete. Ma, liberatosi in fretta di questa dovuta rassicurazione, non arretra e mostra le ferite. Un rituale pubblico di espiazione che forse fa parte del nuovo corso dell’Accademia, insieme alla riforma dello Statuto e alla promessa di modernizzazione comunicata ieri. La prima ammissione è sulle soffiate del Nobel: «Avevamo avuto il sospetto. Anzi diciamo chiaramente che ci sono stati più casi, ormai accertati, in cui i nomi dei vincitori sono stati rivelati prima. Sicuramente è accaduto con Harold Pinter, Patrick Modiano, Lé Clezio, e mi pare Doris Lessing. Ma ce ne sono anche altri. Il fatto che qualcuno rivelasse i nomi per guadagnare soldi è increscioso». Da quanto Wästberg racconta queste fughe di notizie sarebbero avvenute nel periodo tra la scelta del vincitore e il suo annuncio: «L’Accademia decide il vincitore una settimana prima ed evidentemente è in quel lasso di tempo che qualcuno tradiva il segreto. Avevamo sospettato che potesse essere Katarina Frostenson, la moglie di Jean-Claude Arnault». Ormai i nomi dei due, marito e moglie, sono diventati popolari anche a chi non frequenta il mondo culturale svedese: lui è l’uomo accusato di aver molestato 18 donne e sfruttato la posizione nell’Accademia della moglie per influenzare le scommesse, lei è la poetessa e traduttrice che a quel marito aveva creato i contatti, procurandogli finanziamenti per il suo centro culturale, il Forum. Per Wästberg sono il “criminale” e la “bugiarda”: «Noi avevamo più che un sospetto. Non solo sulle scommesse, ma anche sulla passione di Arnault per le giovani donne. Ne era ossessionato, le ricattava promettendogli mostre nelle gallerie d’arte e altro. Siamo andati da Katarina Frostenson per parlargliene e lei ci aveva rassicurato. A suo dire quei pettegolezzi erano stati messi in giro ad arte per infangare il marito. Ci ha riempito di bugie. Una bugiarda, ecco che cosa è stata. E lui un criminale». Quando facciamo notare che già a metà degli anni Novanta c’era stata una donna che aveva mandato una lettera all’Accademia per denunciare le molestie di Arnault, Wästberg dice «mi dispiace» e conferma: «Era il 1996, la donna si chiama Anna-Karin Bylund. È vero, la sua lettera rimase senza risposta. Non so dirle perché, me ne rammarico, io sono entrato all’Accademia due anni dopo». Al momento gli accademici sono dieci e nei prossimi giorni, grazie alla riforma voluta dal re che ne rende possibili dimissioni e sostituzioni, potranno essere rimpiazzati. Ci si interroga ora sulla tempistica. Secondo Wästberg entro un mese verranno scelti tre scrittori come nuovi membri. Lo scandalo ha fatto venire a galla vecchie faide tra fazioni interne all’Accademia. Wästberg era tra i difensori della segretaria dimissionaria uscente Sara Danius, è dalla sua parte, dalla parte dei modernizzatori, di chi sperava che dal fango nascessero le riforme: «In questi venti anni all’Accademia ho visto di tutto. Intorno al nostro tavolo ci sono state discussioni violente, gente che se ne andava sbattendo la porta. Siamo uomini». Ora rimane la lista già pronta dei venti candidati: «La useremo per il prossimo anno, ma ci potranno essere aggiunte e cambiamenti». Nel comunicato ufficiale si dice che la “crisi di fiducia” verso l’Accademia richiede un “imponente lavoro per cambiare” e un impegno per evitare conflitti d’interesse e rivelazioni di informazioni segrete. Rimane aperta una domanda, che ieri il quotidiano Dagens Nyheter rivolgeva all’Accademia: perché molte parti dell’indagine affidata a uno studio legale per far luce sulle sue irregolarità finanziarie non sono state ancora rese pubbliche? Viene anche ricordato il caso di un altro probabile conflitto di interessi riguardante il linguista Tomas Riad, la cui compagna sarebbe a capo di un progetto universitario finanziato in parte dall’Accademia. Ce n’é abbastanza per una serie tv di grande successo. Sarebbe meglio di Intrigo a Stoccolma.