la Repubblica, 5 maggio 2018
Maduro arresta i banchieri
Una trappola. Invitati ad una riunione formale e “di routine” negli uffici della Sovrintendenza Titoli e Depositi bancari del governo venezuelano, undici alti dirigenti della Banesco, la principale banca privata del paese, sono stati costretti a trasferirsi nella sede del Controspionaggio militare (DGCIM) dove sono stati poi arrestati. Un caso con ancora molti lati oscuri. L’intero vertice dell’istituto di credito deve rispondere di «azione delittuosa e omissione». Il procuratore generale Tarek William Saab, eletto dall’Assemblea Costituente dopo l’estromissione per decreto della combattiva Luisa Ortega Díaz, oggi riparata a Bogotà, accusa lo stato maggiore della banca di far parte di una rete di transazioni illegali, presente al confine con la Colombia, responsabile di «un attacco sistematico alla moneta nazionale», sorretta da «mafie economiche» per realizzare operazioni finanziarie clandestine e sottrarre dai circuiti il bolivar ormai scomparso dalla circolazione. L’operazione “Mani di Carta” ha forti ripercussioni sull’economia del Venezuela. Dietro questa operazione c’è il tentativo di trovare un capro espiatorio cui attribuire le responsabilità della incontrollata iperinflazione che da tempo mette a dura prova la popolazione. La Banesco ( nella foto le file ai bancomat) è di proprietà di Juan Carlos Escotet, un cittadino venezuelano figlio di immigrati spagnoli. Il banchiere si è dimesso da presidente di Abanca e ha raggiunto Caracas per chiarire la posizione dell’istituto. «Non lascerò soli i miei collaboratori», ha detto, «credo nel Venezuela, nei miei compagni e ci metterò la faccia». Il regime accusa la banca di «non aver svolto le sue funzioni di controllo». Avrebbe consentito alle persone fuggite all’estero di trasferire le rimesse ai propri familiari rimasti in Venezuela a un cambio diverso da quello ufficiale. Il vicepresidente Tarek el Aissami ha annunciato il congelamento di 1.133 conti correnti “illegali” e l’apertura di uffici di cambio chiusi da anni ma «solo al confine con la Colombia», diventato un fiume in piena di gente che cerca scampo all’estero. Il vertice della Banesco era sotto inchiesta da tre mesi. I servizi di controspionaggio hanno svolto indagini segretissime e solo giovedì hanno fatto scattare la trappola. La banca è stata espropriata dal governo che l’amministrerà per 90 giorni. Il draconiano controllo valutario, in vigore da 15 anni, ha finito per creare una rete di transazioni e commerci illegali di cui hanno usufruito soprattutto funzionari pubblici, politici, ministri, militanti chavisti e militari. Tutti sapevano e ne approfittavano. Ma a pagare adesso sono solo quelli che lo agevolavano.