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 2018  maggio 05 Sabato calendario

Le date del voto

A cura di • Si può votare il 24 giugno? Luigi Di Maio chiede di aprire le urne il 24 giugno in concomitanza con il turno di ballottaggio delle elezioni amministrative del 10 giugno. Sarebbe possibile se Sergio Mattarella sciogliesse le Camere entro mercoledì 9 maggio. Ipotesi improbabile visto che il presidente della Repubblica ha convocato i partiti al Quirinale per nuove consultazioni lunedì 7 maggio. Il voto per le politiche deve avvenire in una data compresa fra 45 e 70 giorni dopo lo scioglimento delle Camere. La prima domenica utile è quella del 24 giugno. Poi si andrebbe al mese di luglio. Inoltre il Viminale, per adempimenti legati al voto all’estero, ritiene che lo scioglimento debba avvenire 60 giorni prima. Di Maio replica che gli atti legati al voto estero sono di natura amministrativa e quindi non impediscono il voto. Si può votare in estate? Nulla impedisce di aprire i seggi a luglio o ad agosto. Ma nelle storia repubblicana non si è mai votato fra luglio e settembre. Cinque volte è successo in giugno: 7 giugno 1953; 20/21 giugno 1976; 3/4 giugno 1979; 26/27 giugno 1983; 14/15 giugno 1987. E non si è mai votato neanche in autunno: mai neanche a dicembre o gennaio. Nel 2013 si votò il 24/25 febbraio. Un voto in autunno? I calcoli dei partiti prevederebbero un voto subito all’inizio dell’autunno: il 23 o il 30 settembre. Alcuni ipotizzano anche il 14 ottobre o l’11 novembre. Ma queste date devono fare i conti con la possibile nascita di un governo del Presidente che potrebbe presentare a fine anno la legge di Bilancio per evitare l’esercizio provvisorio, uno scontro con la Commisione europea e la reazione negativa dei mercati. Se però questo governo non dovesse ottenere la fiducia allora difficilmente riuscirebbe a varare la manovra e si tornerebbe probabilmente al voto in autunno. Voto invernale nel 2019 Si ripeterebbe lo scenario delle ultime elezioni. Il governo del Presidente avrebbe solo il compito di stendere la legge di Bilancio, che deve essere presentata alla Commissione europea entro il 15 ottobre, e poi dovrebbe occuparsi soltanto di portare il Paese alle urne. Nel mese di febbraio, come avvenne nel 2013 o a marzo, come due mesi fa. In questo caso lo scioglimento dovrebbe arrivare alla fine di dicembre o nella prima settimana di gennaio 2019.