Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  maggio 04 Venerdì calendario

Elon Musk giudica noiose le domande degli analisti

NEW YORK
Elon Musk sfida Wall Street e Wall Street risponde punendo la sua Tesla, spedita ieri in ribasso del 7% sull’azionario e punita anche sulle obbligazioni. Musk, reduce da un trimestre con perdite record per 784,6 milioni di dollari, ha preso di mira gli analisti durante la conference call sui risultati, apostrofando le loro domande sulle finanze di Tesla come «noiose» e rifiutandosi di rispondere. Una scelta forse anti-conformista, quella di snobbare i professionisti della finanza, che ha però immediatamente sollevato dubbi soprattutto sul futuro del leader americano dell’auto elettrica, sulla sua solidità e capacità di continuare a rastrellare capitali dagli investitori.
Agli interrogativi degli “analysts”, il magnate, fondatore e amministratore delegato di Tesla ha preferito apertamente quelli ricevuti attraverso un canale YouTube dedicato alla finanza chiamato HyperChange Tv, considerato tra i fan del gruppo. A conti fatti ha risposto, gesto senza precedenti, a una dozzina di domande consecutive arrivate dal canale online. 
«Surreale», è stato il giudizio di Jeffrey Osborne, veterano analista di Cowen che ha partecipato alla call. «Mai visto nulla di simile in vent’anni di carriera», ha aggiunto Adam Jonas di Morgan Stanley, che ha ammonito come una «parte importante del successo di Tesla sia dovuta proprio alla relazione con i mercati dei capitali». Il momento che più di altri ha fatto esplodere il “caso” ha visto per protagonista Tony Sacconaghi di Sanford Bernstein. Ha chiesto lumi sui futuri requisiti di capitale. Musk ha replicato: «Passiamo alla prossima. Domande ottuse e noiose non sono ben accette». 
Lo scetticismo degli osservatori, al cospetto dello scontro, è parso contagioso: tre broker hanno tagliato il loro target per il prezzo del titolo e ad oggi otto società specializzate su 27 che seguono Tesla hanno una raccomandazione di “sell”, di vendita, sulle azioni, quasi alla pari con le otto che consigliano acquisti. Le rimanenti dieci mantengono un pilatesco “hold”, un’opinione di mantenimento delle posizioni.