la Repubblica, 4 maggio 2018
Gli otto mesi difficili dell’Italia in europa
Otto mesi difficili, di qui alla fine dell’anno, pieni di scadenze che riguardano la politica economica del nostro paese e le cruciali decisioni europee. È ovvio che la presenza di un esecutivo nella pienezza dei propri poteri sarebbe in grado di tutelare meglio i nostri interessi sul piano internazionale e sul fronte dell’Unione europea ma dovrebbe anche avere la forza politica di fare scelte decisive per quanto riguarda la crescita, il lavoro e i conti pubblici. 23 maggio. La Commissione europea pubblica le raccomandazioni specifiche per ogni paese: si conoscerà l’entità precisa della correzione dei nostri conti pubblici e se sarà manovra bis o, più probabilmente, rafforzamento della legge di Bilancio. 8-9 giugno. In Canada si tiene il G7. La guerra commerciale che investe il pianeta, che potrebbe colpire anche l’Italia, sarà sul tavolo dei Sette Grandi. 28-29 giugno. C’è il Consiglio europeo: riunione della massima importanza perché si discute della riforma dell’Eurozona. Per l’Italia sono in ballo temi di grande interesse come il completamento dell’unione bancaria, la riduzione e la condivisione dei rischi del debito pubblico e la creazione di un Tesoro dell’area euro. 27 settembre. Il governo deve presentare in Parlamento la cosiddetta “nota” di aggiornamento al Def. Si tratta sempre di un documento importante ma stavolta acquista una particolare rilevanza perché il Def approvato nei giorni scorsi dal governo uscente si limita a fotografare la realtà “tendenziale” dei conti pubblici senza fare scelte politiche. La “nota” dovrà impostare la nostra politica economica. 20 ottobre. La sessione di bilancio debutta in Parlamento, il governo deve presentare la “Finanziaria”, oggi legge di Bilancio. Si cumulano arretrati, oltre al probabile recupero della manovra bis. Tema cruciale: dove trovare i 12,4 miliardi per impedire l’aumento dell’Iva di 2 punti dal gennaio del 2019. 31 dicembre. Termina l’esercizio finanziario. In mancanza di una legge di Bilancio si va all’esercizio provvisorio: la politica economica ha le mani legate.