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 2018  maggio 03 Giovedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LA DIREZIONE DEL PDREPUBBLICA.ITROMA - Chiusura verso il M5s e il centrodestra, stop agli odi all’interno del Pd e un rischio non più velato di ritorno alle urne

APPUNTI PER GAZZETTA - LA DIREZIONE DEL PD

REPUBBLICA.IT
ROMA - Chiusura verso il M5s e il centrodestra, stop agli odi all’interno del Pd e un rischio non più velato di ritorno alle urne. L’intervento del segretario reggente Maurizio Martina ruota attorno a questi punti. "Supporteremo l’operato del presidente Mattarella, anche lunedì alle consultazioni da noi ci sarà un atteggiamento costruttivo". Alle 20 la relazione del segretario reggente è stata votata all’unanimità dai membri della direzione.

 Matteo Renzi alla direzione Pd

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• IL DISCORSO DI MARTINA
Oltre alla chiusura verso M5s e centrodestra da Martina arriva un appello all’unità - "Basta odi tra di noi" - e una richiesta all’assemblea: "Chiedo alla direzione di rinnovarmi la fiducia a proseguire il mandato fino all’assemblea nazionale. Non chiedo sostegni di facciata ma un passo consapevole". Nel discorso del reggente anche una frecciata rivolta all’ex segretario: "Ma secondo voi Salvini e Di Maio possono essere padri costituenti con noi?". Una frase che liquida la proposta di governo di tutti per le riforme lanciata da Renzi a ’Che Tempo Che Fa’. Parole accolte dalle risate in Direzione. Resta comunque da capire quando si terrà l’assemblea: la data, infatti, non sarà stabilita oggi. 

Ma prima della riunione c’era stato un incontro tra lo stesso Martina e l’area renziana. Probabilmente con la "firma" di una tregua. La prova del mediazione nelle parole dei renziani subito dopo la relazione: "Bene Martina, fiducia fino all’assemblea". "La direzione si chiuderà con un voto" come aveva annunciato in apertura il presidente Matteo Orfini. Ma ancora non si conosce se sarà sulla relazione di Martina o su un altro ordine del giorno.

Mai al governo con Salvini, Berlusconi e Meloni come soci di riferimento. E non potremo mai nemmeno sostenere un governo a trazione leghista. #direzionePd pic.twitter.com/XNgCxG6qRy

— Maurizio Martina (@maumartina) 3 maggio 2018  
• FRANCESCHINI ATTACCA RENZI E SOSTIENE VOTO UNITARIO

"Abbiamo immaginato di iniziare a percorrere la strada del confronto con i grillini che non portava automaticamente a un accordo di governo. L’intervista di Matteo Renzi ha interrotto questo percorso per il peso numerico e politico che ha. Tanto che 10 minuti dopo Di Maio ha detto ’dialogo chiuso’. Ci saremmo dovuti arrivare dopo un confronto". "Ho apprezzato la relazione equilibrata di Maurizio. Dobbiamo tornare ad ascoltarci, ad accettare le opinioni altrui". Così il ministro della cultura Dario Franceschini, nel corso della direzione del Pd.

• ORLANDO: "BARCA CON DUE TIMONI NON VA"
"Un governo è ’di tutti’ se ci stanno tutti. Ma credo sia difficile. Quindi prepariamoci al voto consapevoli che una barca con due timoni non va". Così Andrea Orlando nel suo intervento. Una linea sostenuta fin dalle ore precedenti. Gli esponenti che fanno riferimento al ministro della Giustizia già prima della direzione avevano rifiutato l’ipotesi di un compromesso al ribasso.

• CALENDA SI SCUSA CON MARTINA E DIFENDE RENZI
Il neoiscritto al Partito Democratico Carlo Calenda ha esordito con delle scuse nei confronti del reggente: "Voglio pubblicamente scusarmi con Maurizio Martina per aver detto che avrei strappato la tessera del Pd, ma voglio anche spiegare il perché di quella affermazione: per me è improponibile l’ipotesi di un governo con Di Maio, non stiamo parlando di padri costituenti e nessuno nel partito ha mai pensato di percorrere quella strada. Tutti però riteniamo giusto sedersi a discutere con i grillini. Ma se non sappiamo che proposta portare, per cosa ci sediamo?". E difende Renzi: "Non ha sbagliato a prendere posizione contro l’ipotesi di dialogo tra Pd e M5s perchè è figura di spicco del partito e del Paese".
Direzione Pd, al Nazareno i militanti anti-5s: "Mai con loro, Renzi ritiri le dimissioni" Condividi   • FASSINO: "MARTINA RESTI FINO AD ASSEMBLEA, SERVE VOTO UNANIME"
"Penso che questa direzione debba concludersi con un voto unanime e che il reggente Maurizio Martina debba restare al suo posto fino alla prossima Assemblea Nazionale. La relazione del segretario reggente può permettere di concludere in maniera unitaria la Direzione. Io la condivido". Lo ha detto l’esponente di Areadem ed ex sindaco di Torino, Piero Fassino durante il suo intervento.

• CUPERLO: "BENE MARTINA, STOP FANATISMO RENZIANI"
"Esprimo il mio appoggio a Maurizio" ha esordito Gianni Cuperlo, poi un attacco ai renziani: "La mia opinione è che Guerini e altri potevano e dovevano risparmiarsi la fatica di quel documento-appello. Quell’iniziativa mi è sembrata un errore per due motivi. Primo è una sfida alla logica: chiedere di non contarsi qui dentro e farlo con un conta tesa a certificare i rapporti di forza prima di questa riunione. L’altro motivo sta nell’idea di partito: aperto, democratico e contendibile. Negli organismi si discute". 
Renzi porta in salvo Berlusconi sulle spalle: vicino al Nazareno nuova opera di street art Navigazione per la galleria fotografica 1 di 12 Immagine Precedente Immagine Successiva Slideshow
• BOCCIA: "FIDUCIA A MARTINA SOLO SE SENZA CONDIZIONI"
Francesco Boccia ha chiesto che la Direzione dia "una fiducia netta e chiara a Martina, nella speranza che fino all’Assemblea non venga delegittimato" da interventi come quello di Renzi domenica scorsa. E rivendica il confronto con il M5s: "E’ sbagliato il no a 5Stelle, è necessario un confronto con il primo partito del Paese che ha drenato la maggior parte del consenso proprio al Pd nei quartieri popolari e nelle aree di povertà. Sulla stessa linea Michele Emiliano: sosterremo Martina ma vigileremo perché non si faccia un governo con le destre e insisteremo perché col Movimento si riapra discussione nel merito".

• MEROLA: "DA COMPAGNO RENZI INTERVENTO IRRISPETTOSO"
"Un intervento irrispettoso" a ’Che tempo che fa’ da parte del "compagno Renzi": è la critica espressa in direzione Pd dal sindaco di Bologna Virginio Merola. "Con M5s non si può andare, ma si può fare con Berlusconi e Salvini?", ha aggiunto polemico.
Fischi da una parte della platea e Merola ha corretto il tiro chiamandolo. 

• ZAMPA: "NON POSSIAMO IGNORARE I CINQUE STELLE"
Per l’ala dialogante prende la parola Sandra Zampa, prodiana, e dice: "I 5stelle rappresentano una realtà che noi vogliamo negare. Oggi possiamo rifiutare il confronto con loro ma non sarà possibile ignorare la realtà. Il Pd non ha compreso la sofferenza e la vulnerabilità delle persone, del Sud in primo luogo cosa che invece M5s ha capito". Sulla stessa linea Goffredo Bettini: "È stato un grave errore aver rifiutato un confronto con il Movimento 5 Stelle. Noi non vogliamo metter le mani nella melma, ma noi quella melma la dobbiamo attraversare". 
Direzione Pd, contestatore a Cuperlo: "Se fate accordo con Di Maio che faccio della tessera?" Condividi  
• LE CONTESTAZIONI ALL’ESTERNO
Intanto di fronte alla sede del Nazareno è un assalto di telecamere e cronisti ai membri della direzione Pd che entrano per la riunione. Non mancano le contestazioni: sono gli stessi militanti che si oppongono all’ipotesi di un accordo con M5s, e dall’altra da altrettanti militanti che, con un cartello in mano, criticano energicamente l’ipotesi di un accordo con Berlusconi. Tra i più bersagliati, l’esponente della sinistra interna Gianni Cuperlo, protagonista di un incandescente botta e risposta con un contestatore. Uno dei contestatori, contrario all’accordo con M5s, è stato prelevato dagli agenti. Stando alla ricostruzione data dal diretto interessato, il contestatore sarebbe stato invitato dai poliziotti presenti a rimuovere dalla sua maglietta un adesivo con su scritto "mai con M5s".

Lo street artist Sirante torna a dire la sua sulla situazione politica. Stavolta lo fa prendendo spunto dall’affresco di Raffaello ’Incendio di Borgo’, ospitato nei Musei Vaticani, riletto in chiave anti-renziana. Stamattina a largo del Nazareno, a pochi passi dalla sede nazionale del Pd, è comparsa l’opera che raffigura, al posto delle figure raffaelliane, Renzi che porta sulle spalle Berlusconi, e intorno Boschi, Orfini, Verdini. Il lavoro, come già i precedenti, è stato prontamente rimosso ma è lo stesso Sirante a spiegare sulla sua pagina Fb il messaggio: "Da quando Matteo Renzi ha preso la guida del Partito Democratico - scrive - è iniziato un lungo declino che ci ha portato fino ad oggi ... a quattro anni dall’innesco, il partito è avvolto dalle fiamme dell’indecisione. L’ex segretario del partito ha governato con plurindagati e pluricondannati ma ora, assumendo finte posizioni etiche, di principio, snobba chiunque gli proponga anche solo un semplice dialogo. Non abbandonerà mai il suo Silvio, non può fare a meno dei consigli di Verdini... Salverà il suo anziano e fedele ’padre’, il suo fedelissimo Orfini e i soliti vecchi amici?".

Un suo lavoro era già apparso nei dintorni del Quirinale nei giorni delle consultazioni. Allora a ispirare l’artista era stato il quadro ’I bari’ di Caravaggio, con i ritratti di Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Luigi Di Maio al posto dei volti dei tre personaggi.

Era invece firmata da Tvboy l’altro lavoro di street art apparso nei vicoli di Roma, il bacio tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio, diventato popolarissimo in rete. Anche questo fatto subito sparire per motivi di decoro urbano

GUERINI
Pd, Guerini: ’’Piena fiducia in Martina, ma si faccia presto l’assemblea’’ "Ho voluto indicare l’esigenza di evitare una conta interna al partito che non serve a nessuno". A dirlo è il deputato e coordinatore della segreteria nazionale del Pd Lorenzo Guerini, spiegando le ragioni del documento da lui redatto e firmato da circa 120 parlamentari considerati vicini all’ex segretario Matteo Renzi. Nel testo si ribadisce il ’no’ a qualsiasi trattativa con il Movimento 5 Stelle per la formazione di un governo e si chiede che la direzione dei dem si chiuda senza votazioni. Per i non renziani, invece, il documento è un modo per valutare il peso delle truppe fedeli a Renzi e indebolire il ruolo del segretario reggente Maurizio Martina. Guerini nega questa ipotesi e spiega: "Penso che entro maggio si terrà l’assemblea che deciderà se eleggere un nuovo segretario o andare a congresso".

Pd, Guerini: ’’Piena fiducia in Martina, ma si faccia presto l’assemblea’’ "Ho voluto indicare l’esigenza di evitare una conta interna al partito che non serve a nessuno". A dirlo è il deputato e coordinatore della segreteria nazionale del Pd Lorenzo Guerini, spiegando le ragioni del documento da lui redatto e firmato da circa 120 parlamentari considerati vicini all’ex segretario Matteo Renzi. Nel testo si ribadisce il ’no’ a qualsiasi trattativa con il Movimento 5 Stelle per la formazione di un governo e si chiede che la direzione dei dem si chiuda senza votazioni. Per i non renziani, invece, il documento è un modo per valutare il peso delle truppe fedeli a Renzi e indebolire il ruolo del segretario reggente Maurizio Martina. Guerini nega questa ipotesi e spiega: "Penso che entro maggio si terrà l’assemblea che deciderà se eleggere un nuovo segretario o andare a congresso".

Pd, al Nazareno i neocatecumenali cantano "Alleluia" Durante la direzione Pd, proprio mentre era in corso la riunione, sotto la sede dem è transitato un festoso corteo di neocatecumenali americani, a Roma per un raduno col Papa, che con chitarre e bonghi hanno intonato l’Allelulia.

Video di Concetto Vecchio

SALVINI
"Mentre in Italia si litiga e si aprono e si chiudono i ’forni’, la commissione europea propone un bilancio che toglie quasi 2 miliardi di euro agli agricoltori italiani nei prossimi sette anni, per finanziare le politiche a favore dell’immigrazione. Qualcuno vuole che nasca l’ennesimo governo servo di Bruxelles, io voglio guidare un governo che cominci a dire no alle eurofollie e metta al primo posto l’interesse dell’Italia. #Maipiùservi". Lo scrive su facebook Matteo Salvini, segretario della Lega oggi in versione euro-incendiaria in una giornata in cui tutto l’interesse politico sembra viceversa volto alla direzione del Pd. Sullo sfondo del centrodestra resta però l’auspicio, e anche la pressione, non soltanto dello stesso Salvini, affinchè il presidente Mattarella - che lunedì farà partire un nuovo, rapido, giro di consultazioni -  offra una chance di provare a formare un esecutivo anche al capo della loro coalizione.

Il leader della Lega fa sapere di essere disponibile a ricevere un preincarico dal presidente Mattarella, se decidesse in questo senso. Ed è pronto ad andare in Parlamento e sulla base di un programma (immigrazione, Flat Tax, sostegno al reddito, abolizione della legge Fornero, riforma della giustizia) chiedere il sostegno ai parlamentari delle altre forze politiche. L’auspicio è che ci sia una convergenza da parte dei 5 stelle o comunque da un gruppo di deputati e senatori che condividano il progetto. Viene invece escluso ogni tipo di alleanza con il Pd".

Dal fronte di Forza Italia si prova soprattutto a scongiurare l’ipotesi del voto anticipato. Il senatore Paolo Romani dice: "Non si può andare alle urne dopo solo due mandati esplorativi". E ancora il senatore azzurro:"Dopo i due tentativi di Casellati e di Fico credo sia arrivato il momento di un mandato politico alla coalizione che ha vinto le elezioni non solo perché ha preso il 37% dei voti ma perché, come si fa sempre in democrazia, si contano i seggi conquistati e i seggi conquistati valgono il 43% di questo Parlamento".

"E’ arrivato oggi il momento di verificare fino in fondo la possibilità di arrivare a un governo politico del centrodestra; mancano 20 senatori e una cinquantina di deputati. Penso che un atto di responsabilità da parte della classe politica debba essere fatto", rimarca l’esponente azzurro.

"Mi auguro che Mattarella arrivi a questa decisione. Penso che Salvini abbia il diritto di provare a fare un tentativo serio per verificare se ci sia la possibilità di formare questo governo. Se anche questo non fosse possibile - aggiunge Romani - si dovranno prendere altre decisioni ma non si può andare alle urne dopo solo due mandati esplorativi".

E "responsabilità" è un concetto che viene rilanciato anche da Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato. "A due mesi dal voto per noi la priorità è dare subito un governo al Paese...un governo di centrodestra, votato dagli italiani e sostenuto in Parlamento da voti responsabili, per rispondere presto e bene ai bisogni e alle esigenze del Paese".

In linea, Giorgia Meloni: "Chiamerò Salvini e Berlusconi per proporre che il centrodestra lunedì nelle consultazioni da Mattarella chieda un incarico pieno per andare in Parlamento. E se non ci saranno i numeri vorrà dire che sarà comunque un governo di centrodestra ad accompagnare l’Italia a nuove elezioni e non il governo Gentiloni", così la leader di Fdi.

Restano intanto in bilico i rapporti tra Salvini e gli M5s, dopo un post sul blog delle Stelle in cui il leader Luigi Di Maio ha fatto un’allusione ai problemi finanziari della Lega per giustificare il no di Salvini e alleati al voto anticipato. "Noi non abbiamo alcun problema a tornare al voto...altri invece si oppongono perchè, tra prestiti e fideiussioni, magari hanno qualche problemino con i soldi. Ma l’Italia non può rimanere bloccata per i guai finanziari di un partito", così il grillino. "Chiunque parli di soldi, regali e ricatti ineststenti a me e alla Lega lo querelo" ha replicato ieri sera un infuriato capo del Carroccio. Poi però, per non chiudere del tutto la porta: "Nonostante gli insulti sono pronto domani mattina a mettermi a un tavolo con Di Maio. A parlare di temi, ma senza insulti e senza pretendere fratture nel centrodestra". E oggi è un altro giorno.

MATTARELLA

ROMA. Venti minuti a delegazione. Tutte quante di nuovo convocate al Colle. Consultazioni lampo però, in una sola giornata, lunedi prossimo. Ultima chance per verificare, come dice Sergio Mattarella, "se i partiti abbiamo altre prospettive di governo". Perché tutte quelle esplorate in questi due mesi sono finite per il Quirinale sul binario morto: nel nulla l’ipotesi di una maggioranza fra centrodestra e 5Stelle, così come la speranza di un accordo fra grillini e pd, affossata da Renzi. Il presidente della Repubblica non ha atteso nemmeno l’esito formale della direzione dei democratici di oggi, dal risultato ormai ininfluente viste le spaccature interne, per scendere in campo. Così, dà lo stop alla guerra dei veti. Chiede a strettissimo giro ai partiti di mettere sul tavolo, se esistono, altre e concrete ipotesi per dar vita ad un nuovo governo.

Una richiesta secca per rendere esplicite nello Studio alla Vetrata tutte le ipotesi circolate, anche quelle che girano in modo sotterraneo e spesso strumentale. A cominciare dall’idea di un rapporto fra il centrodestra e un’ala del Pd, quella renziana, data sull’orlo di una scissione. Qualcuno la sponsorizza ufficialmente? Si faccia avanti nello Studio alla Vetrata.

Esiste davvero un gruppo di responsabili pronto alle Camere a dare appoggio a un governo di centrodestra guidato da Salvini? Se c’e’ batta un colpo, si faccia avanti nelle consultazioni di lunedì al quirinale. Altro scenario ancora. Ma è vero che una spaccatura è pronta nei 5 Stelle per sganciarsi da Di Maio e favorire la nascita di un governo? Tutte voci e indiscrezioni solo sulla carta, sussuri e grida senza volto. E che con tutta probabilità resteranno tali. Ma Mattarella vuole che vengano fuori, nel caso, alla luce del sole nei nuovi colloqui che ha convocato. Si tratta di un’ultima chiamata. Poi fara lui, con un governo di tregua. Dopo aver dimostrato che le chiacchiere stanno a zero, visto che adesso  "a distanza di 2 mesi le posizioni di partenza dei partiti sono rimaste immutate, non è emersa alcuna prospettiva di governo".

Il Colle, si sa, esclude l’ipotesi di un voto a giugno, resa impossibile anche dalle regole che disciplinano le elezioni all’estero. L’opzione principale riguarda l’ipotesi di un governo di tregua in grado di scongiurare l’esercizio provvisorio - approvando la legge di stabilità - e affrontare le importanti scadenze europee in vista. La prospettiva più probabile è quella di un ritorno alle urne nella primavera del 2019, se non ci saranno svolte politiche. Ma restano molti dubbi sull’atteggiamento dei due partiti "vincitori" alle politiche del 4 marzo che potrebbero escludere anche un supporto minimo a un esecutivo di tregua. In quel caso non è da escludere neppure il voto in autunno che però renderebbe complessa l’approvazione della legge di stabilità. Proprio mentre dall’Europa arrivano nuovi richiami sull’instabilità politica del Paese. Al voto si potrebbe arrivare, a quel punto, con un prolungamento del governo Gentiloni o con un nuovo premier "sfiduciato" ma incaricato comunque di portare il Paese verso la scadenza delle urne.

Per ora la sola certezza è il calendario. Il nuovo giro di consultazioni inizierà lunedì 7 maggio alle 10 con la delegazione del Movimento Cinque stelle. Seguirà quella del centrodestra che si presenterà al Colle in modo unitario. Di seguito le delegazioni degli altri partiti. Chiusura in serata con i presidenti di Camera e Senato.