la Repubblica, 3 maggio 2018
Telecom, all’ultimo scontro il 65% del capitale
Anche domani a Rozzano è atteso il tutto esaurito per votare la lista del futuro consiglio di amministrazione di Telecom Italia. All’assise del 24 aprile si era presentato il 65,9% del capitale, un quorum che pare di massima confermato anche se a geometrie variabili: dovrebbero infatti arrivare un po’ meno azionisti francesi e una pattuglia più nutrita di investitori americani, così come è atteso qualche italiano in più, tra cui la stessa Cassa Depositi e Prestiti che avrebbe arrotondato la partecipazione in Tim dal 4,7 al 4,9 per cento.
Più l’affluenza sarà corposa, più aumentano le chance che la lista Elliott di dieci amministratori italiani indipendenti prevalga su quella di Vivendi. Chi tra il fondo attivista ( socio al 9,2%) e il colosso francese dei media ( padrone del 23,4%) prevarrà sull’altro, si aggiudicherà due terzi del consiglio, quindi il controllo di fatto del cda che comunque vada sarà guidato da Amos Genish, attuale ad del gruppo su indicazione di Vivendi. E in queste ultime ore, mentre il “proxy avisor” Georgeson per conto di Elliott starebbe cercando le deleghe degli investitori, Genish si starebbe adoperando per sostenere la lista Vivendi, che è quella che lo ricandida. Pare tuttavia, che alcune importanti istituzioni transalpina, che in passato avevano appoggiato il gruppo che fa capo a Vincent Bolloré, avrebbero preso le distanze dopo le recenti vicende giudiziarie per cui il finanziere bretone risulta indagato. Anche ieri Le Monde, riferiva che dopo le indagini a suo carico con l’accusa di corruzione di funzionari pubblici in Africa il sistema che gira intorno al gruppo bretone si sarebbe «ingrippato». Ma al di là degli ultimi eventi per il sospetto di tangenti in Guinea e Togo, Le Monde riferisce che i detrattori di Bolloré «criticano il suo modello di governance e la sua concezione del conflitto di interessi». In questo contesto bisognerà capire cosa farà la Caisse des dépôts (che si è presentata all’assise del 24 aprile con lo 0,76%) o il fondo Bdl Rempart Europe ( 0,95%). In ambienti finanziari si sostiene che la Cdp sarebbe pronta ad appoggiare la lista dei 10 indipendenti di Elliott invece che quella Vivendi; del resto il ministro uscente Carlo Calenda aveva definito la holding francese un «pessimo azionista». Dato che l’assise di domani potrebbe essere lunga e non priva di colpi di scena, il primo cda del nuovo corso dovrebbe essere convocato lunedì mattina a Roma, quando andranno ridefiniti tutti i ruoli, dal presidente alle deleghe dell’amministratore delegato, comprese quelle alla sicurezza oggi affidate al vice presidente Franco Bernabè, che nel caso di una vittoria della lista di Elliott, potrebbe uscire dalla lista a cinque membri di Vivendi.
In attesa del nuovo cda, il nuovo capo della divisione rete e infrastruttura di Telecom Stefano Siragusa avrebbe completato un ricambio ai vertici, che qualcuno ha giudicato un po’ azzardato in una fase di discontinuità come quella attuale e su attività coperte dal golden power. E così dopo l’uscita di Alessandro Talotta dalla guida di Sparkle e quella di Oscar Cicchetti da quella di Inwit (sostituiti rispettivamente da Riccardo Delleani e Giovanni Forigo), sarebbe in uscita anche Stefano Ciurli, manager di lungo corso a capo delle attività wholesale della rete.