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 2018  maggio 03 Giovedì calendario

Ritratto del merlo

Che io esca a passeggiare con il mio fedele cane la mattina presto o il tardo pomeriggio, loro sono onnipresenti. Mi riferisco ai merli (turdus merula), simpaticissimi volatili appartenenti all’ordine dei passeriformi. Si tratta di uccelli di dimensioni intermedie, a metà tra un passero ed un piccione; il loro corpo, infatti, ha una lunghezza di circa 25 centimetri. Il merlo ha un aspetto piuttosto aggraziato, con una coda slanciata, dritta e dall’apice squadrato a mo di timone – non per nulla le piume che la compongono si chiamano “timoniere”. Le zampe sono scure e abbastanza lunghe da consentirgli quella sua buffa andatura saltellante. I merli maschi sono più appariscenti delle femmine nel piumaggio: nero, brillante, pare sia stato pettinato con il lucido delle scarpe; su di esso contrastano in modo evidente – e terribilmente chic – un becco e due contorni oculari arancio carico. Insomma, il merlo maschio è un vero damerino dei giardini. Il suo aspetto è reso ancor più interessante da una spiccata capacità canora. Infatti, il canto del merlo in amore è melodioso, forte, ricco di intonazioni e cadenze diverse. UN TEMPO BIANCHI Pare, inoltre, che sia possibile addomesticarlo ed insegnargli a riprodurre brevi melodie. La sua compagna si presenta invece più discreta, ma altrettanto elegante; livrea bruna, più chiara sul petto dove è macchiettata di scuro. Secondo una leggenda popolare, i merli in origine erano candidamente bianchi. Si narra che una merla, infreddolita dal gelido Gennaio, per sfuggirgli si fosse rifugiata con i suoi pulcini all’interno di un comignolo. Quando ne uscì il suo piumaggio era diventato grigio brunastro e da allora tutti i merli hanno cessato di essere color della neve. Tuttavia, nella realtà è possibile incontrare esemplari dalle piume macchiate o screziate di bianco, fino ai, nemmeno così rari, merli albini. Caratterialmente il merlo è molto vivace – non per niente esiste l’espressione «contento come un merlo». Ormai abituato a vivere in ambiente cittadino, esso si dimostra piuttosto socievole nei confronti dell’uomo, senza mai sfiorare la sfacciataggine del piccione: un passo di troppo ed ecco che il nostro merlo scappa via saltellando rapidamente. Gli esemplari ancora selvatici, abitanti dei boschi silenziosi, sono certamente più schivi e diffidenti, amanti dei luoghi riparati e nascosti. Può addirittura essere difficoltoso osservarli. Anche i loro nidi si confondono molto bene tra le fronde degli alberi o di alti cespugli. Le coppie di merli si formano solitamente a febbraio e fino a giugno è possibile avere anche tre covate. Non tutti i piccoli sopravvivono, ahimè: ecco perché, nonostante la cova sia breve, 12-13 giorni, non vediamo eserciti di merli aggirarsi per le strade o nei parchi pubblici. NIDO OPERA D’ARTE Il nido del merlo è una piccola opera d’arte, costruito con un intreccio di rametti secchi e foglie a formare una coppa. Il lato interno viene cementato con del fango e, infine, la coppa viene imbottita con morbido materiale vegetale per accogliere al meglio le piccole uova di un bel grigio azzurro. La cova è compito esclusivo della femmina. Solo quando essa si allontana viene sostituita dal merlo maschio, che sorveglia le uova seduto sul bordo del nido. Sarà successivamente compito del padre allevare ed addestrare i pulcini che lasceranno il nido dopo un paio di settimane dalla nascita, seppur ancora incapaci di volare. Mi è sempre piaciuto osservare gli animali, il loro comportamento, coglierne le minime espressioni facciali. Quando incontro un merlo mi fermo e lascio che continui nei suoi affari. Così ho notato quanto una merla possa diventare agguerrita quando qualcosa, ad esempio il mio cane, si avvicina troppo alle uova; ho osservato con divertimento il merlo maschio corteggiare una possibile compagna; infine, mi sono fatta un’idea della dieta di questi passeriformi. Più di una volta ho scorto uno di loro portare nel becco un succulento lombrico o un piccolo coleottero. Li cercano nel terreno e persino nei vasi delle piante sui balconi. La loro vorace ricerca si trasforma presto in un piccolo terremoto la cui conseguenza è l’evidente spargimento di terra tutt’intorno al vaso colpito. SPUNTINO E CENA Sul terrazzo di casa ciò si verifica piuttosto di frequente: se ci si nasconde dietro i vetri delle finestre, armati di un po’ di pazienza, si può veder planare nel vaso un disinvolto e affamato merlo nero. Esso si nutre anche di piccoli frutti e bacche. Quando sui nostri ulivi maturano le olive il merlo ne approfitta per concedersi un piccolo spuntino; così, anche le fragole che l’anno scorso avevo tentato di coltivare sono ben presto divenute la cena del pennuto. Era divertente vedere con quanta disinvoltura il merlo fingeva di allontanarsi dai frutti se osservato, per poi tornare all’attacco non appena noi rientravamo in casa. Quel piccolo volatile riesce a far sorridere con le sue maniere vivaci ed insolenti; penso che qualche volta anche noi dovremmo imparare ad affrontare la vita “contenti come merli”.