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 2018  maggio 01 Martedì calendario

Nasce l’Adei, l’Associazione dei piccoli editori

Nasce Adei, una nuova associazione di categoria. Presidente Sandra Ozzola (e/o) L’accordo è stato già trovato, manca solo la firma. Lunedì prossimo nascerà una creatura dal nome insignificante come lo sono gli acronimi, ma decisa ad avere un ruolo tutt’altro che irrilevante nella scena editoriale. Adei sta per Associazione degli editori indipendenti e nasce dalle fusione di tre raggruppamenti di piccola e media editoria: l’Odei, gli Amici del Salone di Torino e Fidare. Perché è interessante questa fusione? Perché sempre più nitida apparirà la geografia editoriale italiana che vedrà collocati da una parte i gruppi più grandi come Mondadori&Rizzoli, Gems, Feltrinelli, Giunti&Bompiani che si riconoscono nell’Aie, l’associazione storica degli editori guidata da Ricky Levi, e dall’altra circa duecento marchi indie culturalmente significativi come e/o, Minimum Fax, Sur, Iperborea, Marcos y Marcos, 66thand2nd, Add, che hanno scelto di farsi rappresentare dalla nuova Adei. «Ma non in contrapposizione all’Aie», puntualizza Isabella Ferretti, editrice della 66th, la sigla che ha importato in Italia la letteratura sportiva. «Ci piacerebbe diventare un interlocutore altrettanto ascoltato dalle istituzioni pubbliche e dal governo, quando si parla di politiche a sostegno della lettura o della legge sul libro». I soci delle tre precedenti sigle, puntualizza Ferretti, saranno liberi di aderire all’Adei o all’Aie, o di iscriversi ad entrambe. Nessuna guerra, in sostanza. Solo la volontà di contare di più negli scenari della politica del libro. Anche perché molto diversi sono gli interessi in campo. E non è casuale che a presiedere la nuova associazione sia stata chiamata Sandra Ozzola, proprietaria di e/o insieme al marito Sandro Ferri. È lei il volto del nuovo universo indie, scelto anche per rappresentare un mondo intellettualmente vitale, di respiro internazionale, a cui sta stretto lo slogan polveroso di “piccolo è bello”: forte della redazione americana e della più recente inaugurazione londinese, la casa editrice di Elena Ferrante ha raggiunto per fatturati il decimo posto del mercato italiano. «Non è infatti questione di dimensioni o numeri, ma in gioco è una diversa visione dell’editoria. E differenti sono le sensibilità», dice Ozzola. «Sarebbe però sbagliato leggere nella nostra iniziativa una dichiarazione di guerra all’Aie o un principio di ostilità verso i grandi gruppi. Da parte nostra c’è pieno rispetto per tutti». Naturalmente non deve sfuggire la data di nascita dell’associazione, a ridosso del Salone del Libro che partirà al Lingotto il 10 maggio. È evidente che una delle ragioni che muovono il nuovo soggetto è la difesa della rassegna torinese, messa a dura prova dalle difficoltà della Fondazione del Libro ora in liquidazione. I fondatori di Adei sono gli stessi editori che, insieme alla squadra di Nicola Lagioia, hanno guidato quest’anno la regia culturale del Salone. E nella precedente edizione ne difesero la sopravvivenza dopo il divorzio dei colossi che scelsero di fare una loro fiera a Milano. Nell’eterno duello tra Tempo di libri e Lingotto, e nell’incertezza della macchina organizzativa ancora in attesa di una new company, meglio presentarsi uniti a difendere la causa torinese. Senza contare che il ritorno sotto la Mole dei giganti editoriali potrebbe preludere a una presenza dell’Aie ai vertici del Salone. E l’Adei in questo modo intende difendere i diritti acquisiti. «Pensiamo sia giusto continuare ad avere un ruolo», dice la neopresidente. L’altra grande questione riguarda la legge del libro, più volte annunciata ma mai realizzata. Uno dei punti più controversi è rappresentato dagli sconti sul prezzo di copertina, che l’editoria indipendente vorrebbe contenere al 5 per cento, secondo il modello francese, mentre alcuni dei grandi editori – più convintamente Gems di Mondadori – vorrebbero lasciare inalterato (oggi è al 15 per cento). «Dalla politica degli sconti dipende anche la sopravvivenza delle librerie indipendenti che non possono praticare le campagne promozionali delle catene», dice Ozzola. «Con la nuova associazione vorremmo rappresentare quella parte del mondo del libro che è preziosa e fragile come lo sono oggi le api nel mondo naturale. È a questi soggetti più a rischio che dobbiamo pensare, in un mercato che si presenta sempre più concentrato: non solo nella produzione dei libri, ma anche nella distribuzione e nella vendita». C’è anche il tema dei soldi, che non è mai irrilevante. «L’Aie riceve finanziamenti pubblici: perché non dovrebbe riceverli l’Adei?», dice Ozzola. L’appuntamento è a Torino il 10 maggio, data inaugurale del Salone. E giornata di battesimo per la nuova creatura.