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 2018  maggio 01 Martedì calendario

Come finisce la Snai

«Entro l’estate ci sarà il closing dell’operazione. Nel frattempo apriamo il “cantiere” del piano industriale aggregato. Che probabilmente presenteremo in un investor day nel comprensorio dell’ippodromo di San Siro». Fabio Schiavolin, che guida Snaitech (la ex Snai), continuerà a essere l’amministratore delegato della società da poco acquisita dal gruppo inglese Playtech. Operazione in due tempi: prima vengono rilevate le quote detenute da Investindustrial e Palladio attraverso Global game (55,5%) e da Orlando-OI games (15%); poi l’acquirente, quotato a Londra, acquisirà con un’Opa la quota residuale e ritirerà Snaitech dal listino.
Quando verrà completato il piano strategico?
«È presto per dirlo, forse in autunno. La cosa importante è che il nuovo proprietario (a differenza di altri soggetti che hanno manifestato interesse a entrare attraverso di noi nel mercato italiano) porta nell’operazione un alto valore sinergico, in termini di ricavi più che di costi. Playtech è un gruppo internazionale che capitalizza 2,5 miliardi di sterline ed è un operatore industriale che sviluppa software e contenuti di giochi. È attivo soprattutto nel mercato B2B (interaziendale). Noi, invece, siamo leader in Italia nel campo del gioco legale, online e non, da scommesse sportive alle slot machine. L’integrazione è evidente. Tanto è vero che Playtech, che opera in 17 paesi, ha scelto noi come prima grande operazione nel B2C (retail) per il gruppo».
Come vi sentite da «inglesi»?
«Anzitutto siamo passati da una proprietà costituita da operatori di private equity, che pure sono rimasti con noi per 7 anni e ci hanno accompagnato nella ristrutturazione, al controllo da parte di un’azienda industriale che ragiona su tempi lunghi. Ci sembra poi un buon risultato per il Paese un investimento proveniente dall’estero e “vincente” nell’acquisto su altri concorrenti. Inglesi? La conferma mia e del team di guida della società è la risposta migliore».
Com’è visto all’estero il mercato italiano delle scommesse & giochi?
«L’italia è nel settore tra i primi mercati a livello internazionale. Nel 2017 i ricavi lordi hanno superato i 100 miliardi, ai “giocatori” ritorna circa l’80% in vincite, mentre del 20% restante la metà circa è prelevato dal fisco e l’altra metà rappresenta l’incasso delle società che, come la nostra, operano nel mercato rispettando le regole. La regolamentazione italiana è ritenuta molto forte ed è considerata un esempio sia in Europa sia in America Latina».
Però la reputazione del settore non sembra elevata.
«Esistono una domanda e un’offerta sottoposta a una regolamentazione tutt’altro che lasca. Lo Stato compie tutti gli sforzi per sottrarre spazio a criminalità, riciclaggio ed evasione fiscale. C’è il massimo controllo sulla filiera fino ad arrivare ad applicare le best practice per limitare le forme di ludopatia. Abbiamo ridotto l’offerta di slot machine quando il governo lo ha deciso. La reputazione del settore soffre della persistenza di zone grigie o nere, cioè illegali se non peggio, che anche noi combattiamo, tuttavia ritengo che una stretta proibizionistica, come la storia dimostra, potrebbe peggiorare la situazione».
Come prefigurate il futuro degli impianti ippici che avete in portafoglio? Playtech non è un gruppo immobiliare.
«Noi deteniamo partecipazioni in Roma Capannelle e Pisa San Rossore, dove ci occupiamo della gestione, e siamo proprietari degli ippodromi di galoppo e trotto (La Maura) di San Siro e del trotto di Montecatini terme. L’unica area che pensiamo di cedere a Milano è l’ex ippodromo di trotto abbandonato da anni. Si tratta di 15 ettari sui 150 del comprensorio. Intendiamo rilanciare l’ippica a San Siro, ma dobbiamo spingere il ritorno alla frequentazione dell’area, con le sue bellezze naturali e architettoniche liberty. Organizziamo anche concerti e, d’accordo con il Comune di Milano, percorsi per le scolaresche. Vogliamo riportare la città ad amare l’ippodromo come una volta. Quando i fantini da tutto il mondo portavano in dono semi e piante. Oggi custodite nell’Orto botanico. Da visitare».