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 2018  aprile 30 Lunedì calendario

Domani scattano i dazi di Trump, l’Europa - col Regno Unito - resiste

DAL NOSTRO INVIATO BRUXELLES L’Europa si prepara a respingere i dazi protezionistici sulle esportazioni europee di acciaio e alluminio, che il presidente Usa Donald Trump intenderebbe far applicare da domani. La cancelliera tedesca Angela Merkel, dopo il suo incontro con Trump a Washington, ha definito telefonicamente una posizione congiunta con il presidente francese Emmanuel Macron e con la premier britannica Theresa May. Il governo di Berlino ha fatto sapere che i tre leader «hanno concordato che gli Usa non dovrebbero prendere misure contro l’Unione Europea o altrimenti l’Ue sarebbe pronta a difendere i suoi interessi nell’ambito delle regole commerciali multilaterali». Il coinvolgimento del Regno Unito, da parte dell’asse franco-tedesco, appare politicamente significativo perché Londra è da sempre fedele alleata degli Usa. Quando Trump annunciò i suoi dazi sull’acciaio (25%) e sull’alluminio (10%) concesse ai 28 Paesi Ue una esenzione temporanea fino al 1° maggio. Dall’Europa chiedono di trasformarla in permanente. Ma alla Casa Bianca considerano penalizzati vari settori dell’export Usa diretto in Europa. Merkel, dopo l’incontro con Trump, avrebbe visto pochi margini di compromesso e ha deciso di agire. In precedenza i 28 governi Ue avevano concordato riservatamente dazi, quote e altre restrizioni su una lunga lista di prodotti Usa, nel caso i dazi fossero rimasti. Proprio per non allargare i contrasti con Washington, vari ministri finanziari europei – nell’Ecofin a Sofia di sabato scorso – hanno frenato l’introduzione di una web tax europea sul fatturato delle multinazionali Usa del digitale (che da sempre pagano poco di tasse nei Paesi europei dove incassano ingenti guadagni, domiciliandosi nei paradisi fiscali).
Un altro scontro tra Ue e Usa si sta sviluppando sull’accordo internazionale che impegna dell’Iran a non dotarsi di armi nucleari. Trump ha chiesto di modificarlo, a Bruxelles hanno appoggiato compatti l’opposizione dell’Iran a una rinegoziazione. Nelle telefonate tra Merkel, Macron e May sarebbe stata ribadita la posizione europea di non rimettere in discussione il Trattato, pur con l’apertura a considerare «un nuovo accordo» sui missili, che Teheran è sospettata di utilizzare nella guerra in Siria, dove sostiene il regime di Assad insieme alla Russia.