la Repubblica, 29 aprile 2018
La malattia del gioco d’azzardo
Scommettono su tutto, su chi segnerà il primo gol del derby o su quanti saranno i punti di distacco della partita di basket. Scommettono continuamente, basta che non ci sia troppo da aspettare per il risultato, perché hanno fretta di sapere come va a finire e di puntare di nuovo. E soprattutto sono sempre di più. In Italia i giocatori problematici, quelli colpiti dalla ludopatia o ad alto rischio, sono ben 400mila. Nel 2007 erano 100mila. Sono quadruplicati perché le occasioni di gioco si sono moltiplicate, facendo crescere il numero assoluto dei giocatori e di conseguenza anche dei malati. Il 43% degli abitanti del nostro Paese di età compresa tra 15 e 64 anni, cioè 17 milioni di persone, nel 2017 hanno giocato d’azzardo almeno una volta. Nel 2014 il dato di 10 milioni. Unico aspetto positivo è che tra i giovani nella fascia di età 15- 19 anni il numero assoluto di giocatori è in calo, da 1,4 milioni a un milione. A raccogliere i numeri che raccontano di una crescita negli anni che non conosce crisi è l’Istituto di fisiologia clinica ( Ifc) del Cnr di Pisa, che ha appena terminato il lavoro sull’ultima edizione della ricerca Ipsad e si appresta a presentarla ufficialmente. Mentre il gratta&vinci resta il modo maggiormente diffuso per cercare la fortuna, una delle novità più significative riguarda i giochi più amati da chi ha problemi di ludopatia. Un tempo la leadership era dei videopoker, adesso in testa ci sono le scommesse sportive ( scelte dal 72,8% di queste persone). Il battage pubblicitario martellante su questo tipo di azzardo probabilmente ha inciso sul cambiamento ma c’è anche un altro aspetto fondamentale del quale tenere conto. Ha a che fare con il cellulare, che ormai è lo strumento scelto da tantissime persone per fare le loro giocate, grazie all’ampia scelta di app e siti sui quali scommettere ma anche di casinò online. Anche per questo la legge sulla distanza di luoghi pubblici come le scuole dai locali con i videopoker o dove si gioca comunque d’azzardo in prospettiva non può essere più di tanto efficace. E comunque secondo lo studio, il 58% dei giocatori arrivano in meno di cinque minuti a piedi in un luogo dove fare la loro puntata. «La diffusione del gioco sul telefonino è un dato chiaro, che dà moltissimi spunti a chi deve sviluppare politiche per ridurre i danni correlati a questa attività», commenta Sabrina Molinaro, coordinatrice dell’area “epidemiologia e promozione della salute” dell’Ifc. La spesa degli italiani per l’azzardo è di circa 100 miliardi l’anno, sui quali lo Stato incassa le sue tasse, non alte per quanto riguarda l’azzardo online. A colpire in modo particolare la ricercatrice del Cnr sono i dati sulla percezione delle possibilità di vincita da parte dei giocatori. «Un terzo degli italiani – dice sempre Molinaro – ritiene che sia possibile diventare ricco con l’azzardo grazie alle proprie abilità. Questa credenza ancora più diffusa fra i giocatori con un profilo problematico, siano essi adulti o studenti e riguarda circa la metà di loro». Molti (61,7%) credono che grazie alla propria abilità possono vincere al poker texano e ad altri giochi di carte e addirittura un 16% dei giovani credono sia questione di capacità pure la vincita al Bingo. I giocatori problematici sono tantissimi e la maggior parte, il 47%, ha un reddito tra i 15 e i 36mila euro all’anno. In due terzi hanno un lavoro stabile. In 100mila hanno detto di aver ottenuto denaro in prestito in modo illegale e altrettanti hanno procurato danni economici ad altre persone. Ma la ludopatia spesso è una dipendenza che non colpisce solo il portafogli. Distrugge i malati e le loro famiglie.