Corriere della Sera, 29 aprile 2018
Non c’è lavoro per i laureati
In Italia ogni dieci giovani laureati sono meno di sei quelli che trovano lavoro nel triennio successivo al conseguimento del titolo. Il dato esatto indica che nel 2017 il 58% degli under 35 con una laurea individua un impiego nei tre anni seguenti alla conclusione degli studi, Eurostat segnala che la percentuale italiana è lontana dalla media europea. Nel Vecchio Continente l’82% dei laureati lavora entro un triennio dalla fine dell’università. L’Istituto di statistica europeo constata che il dato italiano è migliorato rispetto sia al 57,7% del 2016, sia al picco negativo del 49,6%, registrato nel 2014, pur restando distante dal dato precedente alla crisi, tanto che nel 2008 il 67% dei laureati lavorava già entro 36 mesi dal termine degli studi. Non a caso i laureati italiani sono tra i più lenti a trovare una collocazione nel mondo del lavoro: il dato percentuale del 58% si piazza al penultimo posto nella classifica Ue a 28 paesi. Ad avere ancora più difficoltà degli italiani nel 2017 sono stati solo i giovani usciti dalle università greche (54%). Ai tempi di Grecia e Italia fanno da contraltare gli intervalli relativamente brevi dei tedeschi, che entro tre anni dalla laurea nel 92,7% dei casi già lavorano.
Eurostat analizza anche l’entità dell’attesa per ottenere un impiego da parte dei giovani che terminano la scuola superiore. Nel caso italiano appena il 42,6% dei diplomati trova occupazione entro tre anni. La media europea si attesta al 69,7%. La crisi economica ha, insomma, lasciato traccia, dilatando i tempi e le modalità di accesso a un impiego da parte dei giovani. Un effetto che si combina con l’allungamento della permanenza nel mondo del lavoro della generazione che nell’ultimo decennio ha dovuto fare i conti con il giro di vite sui meccanismi di accesso alla pensione. Eurostat ricorda anche che in 4 regioni italiane (Campania, Sicilia, Calabria e Puglia), il tasso di disoccupazione supera del doppio il tasso medio Ue pari al 7,6%.