Il Messaggero, 28 aprile 2018
I due presidenti coreani sposati con due cantanti
Così vicini eppure così lontani. Kim Jong-un e Moon Jae-in sono 2 esemplari di leader radicalmente opposti. Da un lato un guerrafondaio capace di minacciare il mondo con l’atomica, dall’altra un politico d’esperienza noto come il negoziatore. Una distanza evidente già dagli abiti: completo blu in stile occidentale di Moon Jae-in, abito nero Zhongsan, la veste della tradizione comunista, per il leader di Pyongyang che lo indossa sempre in pubblico perché l’immagine di un dio è immutabile. Kim si dice sia nato nel 1984, in un campo della guerriglia sul Monte Paektu, sacro per i coreani. Educazione occidentale in Svizzera, secondo i compagni di classe era un ragazzo timido che amava sciare, i film di Jean-Claude Van Damme e il basket. Moon Jae-in è invece un avvocato per i diritti civili che, per i genitori cattolici, ha come nome Timoteo. Dopo le forze speciali nell’esercito ha iniziato la carriera politica con Roh Moo-hyun, favorendo il summit inter-coreano del 2007. Lo scorso anno, dopo l’impeachment dell’ex capo dello stato, Moon si è imposto come leader moderato capace di convincere giovani e comunità internazionale.
Ad avvicinarli, la passione per il canto delle loro mogli e quella, a tratti discutibile, per gli animali domestici. Sia Ri Sol-ju, la giovane first lady di Pyongyang, che Kim Jung-sook, sposa di Moon Jae-in, sono cantanti.
Ri avrebbe rinunciato alla carriera su gentile invito del regime; la Jolly Lady ovvero Kim Jung-sook dalla personalità disinvolta, è un’apprezzata cantante lirica e avrebbe spinto il marito a una popolare campagna contro l’abbandono dei cani. Kim invece non disdegnerebbe di usarli per eliminare gli oppositori politici. Lo avrebbe fatto con suo zio nel 2014.