la Repubblica, 28 aprile 2018
Grillo si presenta con due robot
Tappa teatrale a Casalmaggiore. Duri attacchi a Berlusconi: “Da psichiatria”. “Il Pd ? A volte il futuro è nelle pieghe del presente”. Ma insulta Renzi: ebete Dal nostro inviato CASALMAGGIORE ( Cremona) «Ditemelo voi, sinceramente: con Berlusconi l’Italia può sperare di entrare nel futuro?». Il pubblico di Casalmaggiore, Bassa Padana lombarda, ride e il pubblico del teatro Zenith non ha dubbi: «Noo», applaude e sul palco gongola anche Orietta Berti. Beppe Grillo torna con il suo «Insomnia» e prima dello spettacolo parla con una web tivù francese. «Tornare al voto entro l’estate – risponde indirettamente a Salvini – è una battuta che fa più ridere delle mie. Mi sembrava di essere appena uscito da un seggio elettorale». Per la prima volta il fondatore dei Cinque Stelle si fa accompagnare da due robot. Il più avveniristico lo chiama «Dudù», come il cane di Arcore e spiega che è «la mia badante». L’altro – assicura – è «la nipote di Mubarak». «Mi vede come un nazista – dice – siamo nella psichiatria. Il suo padrone mi ha detto che devo andare a pulire i cessi di Mediaset – risponde al Cavaliere – mi tocca sempre la stessa fine. Magari però questa volta si sbaglia». L’obbiettivo della serata è il centrodestra, ma pure Renzi viene definito «l’ebete di una sinistra morta e senza linguaggio, senza un racconto». Una sinistra «che annoia». A chi gli chiede di Salvini si limita a fare gli occhi dello sconcerto «di uno terrorizzato», poi torna su Berlusconi. «Duecento anni fa – dice – il nano si chiamava Kant e inventava l’illuminismo. Oggi abbiamo uno psico- nano che non inventa niente. Nel cesso dove vuole mandarmi ho letto quello che potrebbe essere un ottimo programma anche per lui: lascia questo posto come lo vorresti trovare». Poi quella che tutti capiscono come un’apertura a sinistra. «Mi chiedono del Pd – dice – e io non capisco di cosa parlino. Ma è nelle pieghe di un presente monolitico che il futuro si nasconde e quindi è lì che dobbiamo cercarlo». Non ne parla, ma è chiaro che dietro lo stop al dialogo Di Maio- Salvini c’è anche lui. «E io la penso come Celentano – spiega Orietta Berti uscendo dal camerino di Grillo – tocca al Pd trovare presto l’accordo con i grillini. Sono gli elettori di sinistra ad aver votato Di Maio e io sono emiliana. Se devo scegliere tra la Lega e il Pd non ho dubbi e anche Beppe mi pare d’accordo. Il programma mi piace, spero tanto che lo possano realizzare presto». La gente si scalda, vorrebbe parole ancora più chiare, ma Grillo la prende alla larga. «Il problema dell’Italia – dice – non è trovare un premier, ma darsi un futuro. Se si torna a parlare dei problemi delle persone, le distanze tra politici che condividono culture e valori si azzerano». Nel mirino anche l’Europa. «Il Pil è un concetto superato – dice – dobbiamo guardare oltre e spiegarlo anche a Bruxelles. Lo spirito deve essere rivolto al cambiamento, la governabilità di per sé non significa niente». Chiude tornando alle ultime dichiarazioni di Berlusconi e Di Maio, alle aperture di Martina. «Le nuove generazioni – dice – sono come un gregge in corsa verso la catastrofe, non più padrone del suo destino. Scegliere un compagno di viaggio per governare significa riflettere su chi è più adatto a evitare che il gregge precipiti. Chi insulta, minaccia e ricatta con tivù e alleati leccapiedi pronti a tradire, non può parlare ai ragazzi di oggi».