Il Messaggero, 27 aprile 2018
Messi vince su Massi: suo il brand
Lionel Messi segna ancora. Questa, volta, però, nella moda. Il Tribunale Ue ieri ha stabilito che il marchio di abbigliamento che il calciatore ha creato usando il suo cognome non provoca alcuna confusione con i preesistenti marchi Ue Massi, registrati per articoli di abbigliamento, scarpe, caschi per ciclisti e guanti. «La notorietà del calciatore – secondo la sentenza – neutralizza somiglianze visive e fonetiche fra il suo marchio e quello Massi di una società spagnola». Insomma, secondo il tribunale, qualche consumatore interessato a capi sportivi potrebbe pure non conoscere Messi ma si tratterebbe di casi così rari da non rendere giustificabile la misura. Non una decisione da poco, visto che la fortuna del brand si annuncia a molti zeri.
LE COLLABORAZIONI
La vittoria è stata sofferta. Il contenzioso era aperto dal 2011. Quando Messi ha presentato la domanda di registrazione, l’imprenditore di Massi ha fatto opposizione, che è stata accolta, nel 2013, dall’ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale. In quell’occasione il giudizio si era basato proprio sulla somiglianza visiva e fonetica dei brand. Il calciatore, però, non ha accettato il no e si è rivolto al Tribunale Ue, chiedendo l’annullamento della decisione. Così è stato. Ora Messi potrà registrare il marchio e il mondo della moda vanterà un nuovo brand da campione.
Sono molti, infatti, gli sportivi che hanno lanciato collezioni di abbigliamento o hanno collaborato con grandi gruppi, non solo come testimonial, ma creando linee e modelli o dando loro il nome. Il tennista René Lacoste, che con Jacques Brugnon, Henri Cochet e Jean Borotra formò la squadra dei quattro moschettieri che vinse la Coppa Davis per sei stagioni consecutive (dal 1927 al 1932), è diventato un’icona anche nel mondo dell’abbigliamento sportivo. La polo con il coccodrillo è frutto di una sua personale intuizione e rivoluzione. Fu il primo a sostituire la tradizionale camicia a maniche lunghe con una maglia in jersey a mezza manica.
I GRANDI
Tra sfide sportive e abbigliamento, pure il nome di un altro tennista, Fred Perry, vincitore per tre volte a Wimbledon (dal 1934 al 1936), e firma delle Polo con la corona d’alloro. Spostandosi avanti negli anni, tra i campioni che hanno dato il loro nome a modelli e capi, non si può non menzionare Michael Jordan che nel 1984 aveva una linea di scarpe dedicata Nike, e un anno dopo, dando il suo nome al modello, Air Jordan, lo consacrò il più ambito del momento. Oggi a conquistare il mondo della moda è Cristiano Ronaldo con il brand CR7, sigla che ha eletto come griffe per l’underwear e per i suoi hotel. Senza dimenticare la collaborazione con Nike. Anche Roger Federer ha un marchio di abbigliamento, che ha contrassegnato con le iniziali RF.
Il fashion sembra faccia bene agli incassi che, secondo la classifica Forbes, nel 2017 hanno visto sul podio Cristiano Ronaldo con 93 milioni di dollari, seguito da Lebron James, con 86, Messi con 80, Federer con 64. Ancora campioni, ancora moda. A-Z è il nome scelto da Zlatan Ibrahimovi per il suo brand. Non si sottrae alle collaborazioni griffate David Beckham, oltre a sostenere la linea di moda della moglie Victoria, incarnando un preciso stile di famiglia. Tra i campioni prestati al fashion pure Kevin Durant, Usain Bolt, Tiger Woods. Questione di immagine. E di patrimonio.