Il Messaggero, 27 aprile 2018
Cellule organizzate e lupi solitari, la rete degli affiliati jihadisti in Italia
ROMA C’è un dato che più di ogni altro emerge nelle inchieste sui jihadisti italiani, ed è quello che vede la presenza del maggior numero di potenziali terroristi nel Nord d’Italia: Milano, Brescia, Bologna, Varese, Venezia, Ferrara, Genova, sono state al centro di indagini che hanno portato in più occasioni all’arresto di seguaci del Califfo nero. È in quelle zone che si sono organizzate le reti che, in qualche caso, sono arrivate a colpire nel resto d’Europa. Mentre il Sud, a cominciare da Napoli, Caserta, Foggia, sembra aver fornito in più occasioni supporto logistico: dai documenti falsi alle armi. Le operazioni di polizia e carabinieri sono diventate all’ordine del giorno, anche se gli arresti più recenti segnano un cambio di passo rispetto agli anni precedenti: niente più cellule, ma singoli personaggi che si indottrinano su internet o cercano adepti su social.
È partita dalla procura di Sassari una delle maggiori offensive contro i seguaci di al Qaeda ed è arrivata fino a Bergamo e Brescia: risale al 2015 e ha visto l’esecuzione di 19 ordinanze di custodia cautelare, una in particolare nei confronti di Mhuammad Zulkifal, 43 anni, imam e formatore coranico, dirigente del movimento pietistico Tablig Eddawa (Società della propaganda). Stimolava le donazioni presso le comunità pakistano-afghane radicate nel territorio italiano.
BLACK LIST USA
Nello stesso anno, a Brescia, sono stati eseguiti tre arresti nell’ambito della Balkan Connection. Una quarta persona è rimasta latitante, un 21enne di Vobarno, il marocchino Anas El Abboubi, accusato già due anni prima di addestramento al terrorismo, ma poi scarcerato. E nuovamente finito al centro di un’inchiesta, perché aveva raggiunto l’Albania, dove è stato consacrato prima di partire per la Siria per combattere tra le file dell’Isis, con il nome di Abu Rawah l’italiano. L’ultimo contatto in vita è ad Aleppo, anche se non ci sono documenti ufficiali che ne confermano il decesso. Rimane inserito nella black list degli Stati Uniti.
Blitz dell’antiterrorismo anche a Venezia, con un gruppo di kosovari che minacciavano di far saltare il ponte di Rialto, e a Perugia dove una cellula faceva proselitismo sul web. A Varese, invece, è finito in manette Moutaharrik Abderrahim, pugile-rapper di origini marocchine, residente a Lecco e aspirante terrorista, che voleva far esplodere il Vaticano e l’ambasciata di Israele. Il Tribunale di Milano lo ha condannato a sei anni per terrorismo internazionale. È stato arrestato a Ferrara Anis Hanachi, fratello di Ahmed, uno degli attentatori di Marsiglia: ha ucciso le cugine Marianne e Laura.
ISOLAMENTO
Arresti recenti anche a Torino, a Foggia, a Bologna con potenziali attentatori solitari, mentre è più articolata la rete di terroristi collegati ad Anis Amri, il tunisino che ha ucciso 12 persone a Berlino, lanciandosi con un camion tra la folla del mercatino di Natale. L’uomo è stato rintracciato e ucciso a sua volta, da due poliziotti in servizio nei pressi della stazione di Sesto San Giovanni, mentre chi gli ha fornito documenti falsi e supporto logistico tra Latina e Napoli è stato arrestato proprio nei giorni scorsi.
In queste ore, poi, una nuova indagine si sta svolgendo a Genova. Su segnalazione dell’Fbi, è ricercato Moftah Al Sllake, 34 anni, arrivato in Italia su un gommone, e inserito in una rete libica che sembra avere uno strano programma da realizzare tra Sicilia, Lombardia e Liguria. È ricercato dopo la misteriosa scomparsa dal nostro paese.