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 2018  aprile 27 Venerdì calendario

Donne in musica, vietato disturbare i maschi al comando

ROMA Certo non mancano imponenti figure femminili al centro della musica: Cardi B, Rihanna, Beyoncé, tanto per fare i nomi più rilevanti sulla scena contemporanea. Ma al di là di queste eccezionali figure, la quota rosa nel mondo della musica è ancora incredibilmente scarsa.
Analizzando le classifiche americane tra il 2012 e il 2017 si scopre che solo il 22,4% delle interpreti è femminile, e la percentuale si abbassa drasticamente se pensiamo a chi scrive le canzoni. Di produttrici ce n’è appena il 2 per cento. Di donne ai posti di comando del mercato, non se ne vedono. Uno sguardo agli ultimi Grammy non fa che confermare la diagnosi. Cresce l’attenzione verso le discriminazioni di cui sono vittime le donne, questo sì, ma a essere premiate erano davvero in poche e pochissime erano le esibizioni live riservate alle protagoniste femminili.
A dispetto di quello che dovrebbe essere un ambiente evoluto, il mondo della musica è ancora fortemente impregnato di maschilismo. Le donne possono cantare, questo sì, lo fanno da millenni, è un’immagine ancestrale, ma guai ad allargarsi ad altri ruoli. Vale per l’America, ma nel resto del mondo le proporzioni sono simili, se non peggiori, come in Italia. Perfino la nuova scena, teoricamente più aperta ai nuovi equilibri sociali, porta un segno rigidamente maschile. Di rapper ce n’è a decine, di artisti pop a centinaia, ma le donne si contano sulle dita di una sola mano. «È vero» conferma Mara Maionchi, che di queste cose se ne intende e, tra l’altro, ha contribuito a suo tempo alla scoperta e al lancio di Gianna Nannini. «Evidentemente in musica le donne non hanno trovato la giusta via. Lo vedo anche ai talent, le ragazze propongono modelli vecchi, canzoni d’amore superate, non c’è il coraggio del nuovo, come avevano le cantanti di una volta.
Oggi non riescono a stare nel tempo». D’altra parte un’artista che invece è un prototipo di indipendenza e di ribellione ai cliché classici, Alicia Keys, che nel 2012 pubblicò Girl on fire, vero e proprio inno della nuova condizione femminile, nel 2016 volle fare la campagna per il suo nuovo disco senza make up e così ha fatto anche agli ultimi Grammy. «Se vai a lavorare senza trucco, ti dicono: ma sei stanca, stai male? But I’m not fucking tired. Bisogna che le donne riescano a infiltrarsi nell’industria, per equilibrare la bilancia del potere», ha detto, e del resto ha lasciato intendere che i messaggi che i media lanciano alle giovani sono come una prigione: «Stai al tuo posto, sii femminile, sii una signora, non creare troppo disturbo».