La Stampa, 27 aprile 2018
Imparare potature e talee al Castello di Masino
Giardinieri, il catalogo è questo. Mi si perdonerà la raffica di proposte, ma quest’anno la Tre Giorni per il Giardino è così ricca da descriversi da sola, senza bisogno di troppi commenti. A cominciare dalla scuola di giardinaggio che animerà il Castello di Masino i prossimi 4, 5 e 6 maggio: piccola ma piena di entusiasmi e competenze speciali. Saranno gli stessi vivaisti ad insegnare, mani nella terra, alcune delle lavorazioni legate alla stagione, che non è certo delle migliori per darsi da fare, ma che comunque può ancora impegnarci sotto diversi fronti. Dalla divisione di iris e agapanti alla messa a dimora delle dalie o alla cura degli aster settembrini, dalla coltivazione di graminacee e salvie ornamentali alla potatura delle buddleje o alla gestione di un frutteto e un orto con rimedi naturali. E, importantissima, una lezione sui benéfici microrganismi del suolo.
Continueranno poi le passeggiate botaniche: una sulle rose con Nadia Nicoletti e due inedite, guidate da Davide Pacifico, alla scoperta di piante diffusissime ma spesso poco battute in mostra e lasciate a un pubblico di specialisti: orchidee e succulenti. E poi largo alle tantissime novità botaniche esposte! Un Quadrato di Giardino porterà una collezione di aspidistre, spesso bistrattate ma davvero elegantissime: pochi esemplari per varietà, perciò meglio darsi da fare per accaparrarsele. E lo stesso vale per lo «sbergi» o pesca merendella di Belfiore, piccola, bianca e profumata, o per la ricca raccolta di susine damaschine. Central Park sovverte invece il ben noto odio giardiniero per i rovi, proponendo una divertente collezione di Rubus, alcuni senza spine, con fioriture virtuose e utilissimi per tappezzare.
Le chicche
Ci sono poi le chicche botaniche di Vivalpi, come il raro Speirantha convallarioides che ricorda vagamente per candore, esigenze e forma delle foglie il mughetto, o le ricercate e rustiche bletille di Zanelli o ancora gli ultimi ibridi di salvie da fiore selezionati da Le Essenze di Lea. I ben noti tripudi di Fessia si arricchiscono quest’anno di una magnolia dal fiore color del burro (Magnolia Honey Tulip) e di una collezione di gingko biloba a dimensioni ridotte, perfette anche per vasi (il più piccolo, appena un metro d’altezza è il G.b. Troll). Rose profumate porterà la Rosa stellata Mirifica, a fiore semplice rosa e resistentissima alle malattie, oltre a nuovi ibridi di rosa persica, e l’Erbaio della Gorra aggiungerà ai suoi trionfi erbacei varietà di aquilegie e phlox.
Poco più in là i Fratelli Gramaglia presenteranno una collezione di fiori commestibili, sistematico frutto di un ricerca condotta con l’Università di Torino, oltre Il Peccato vegetale mostrerà un’allettante lichnis a fiore rosa chiaro e doppio (L. flos-cuculi Jenny) e La casina di Lorenzo l’interessante raccolta di piante utili per combattere la terribile Varroa destructor, il micidiale acaro nemico delle api. Quanto alle ortensie non c’è che l’imbarazzo della scelta: la Hydrangea macrophylla Elleair Anniversary portata da Pozzo, con i suoi azzurri chiari sotto forma di stelle, la dice lunga...
I bulbi poi, e giustamente, attirano grandi entusiasmi, dai bluebell di Raziel ai gigli botanici di Les Planteurs de Brigaudiere. Geel porta tra tantissimo altro il mio amato Umbilicus rupestris, l’ombelico di Venere, che qui a Revello ricopre i più freschi tra i muretti a secco, Rhododendron incroci home-made di rododendri americani, a fioritura estiva, e Donna di Piante una rara Erythrina dal portamento cespuglioso e con attraenti fiori color corallo durante l’estate (Erythrina bidwillii). E che dire dell’inusuale collezione di querce del giovanissimo Andrea Pagani, di cui molte coltivate da lui stesso a partire da ghiande raccolte ai quattro angoli d’Italia, o delle alstromerie di Soria o ancora delle digitali di Floricoltura Fenix?
Il Giardino e le Passioni avrà novità molto intriganti, come un tiglio dalle invernali cortecce aranciate (Tillia cordata Winter Orange) o l’ambito albero dei fazzoletti (Davidia involucrata Sonoma), Eta Beta presenterà invece un sistema acquaponico di coltivazione, in cui le sostanze organiche create dai pesci alimentano le piante e queste a loro volta filtrano l’acqua. Di pomodori ce ne saranno in grandissima quantità e qualità, Verbene e Jardins d’Isana garantiscono, così come le fragole. Discorso a parte vorrebbero le famose rose di Anna Peyron e quelle de La Campanella, le lavande di Raziel o le peonie mozzafiato delle Commande e di Buffa. Lo spazio di un intero articolo non basta...