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 2018  aprile 27 Venerdì calendario

A testa in giù

Ai centri sociali di Macerata che il 25 aprile, nell’indifferenza di chi avrebbe dovuto impedirlo, hanno appeso in piazza un fantoccio di Mussolini a testa in giù, esortando i bambini a prenderlo a bastonate per agguantare le caramelle nascoste al suo interno, mi piacerebbe chiedere quale sia la loro concezione di libertà. Se, come credo, la libertà di cui il 25 aprile si festeggia il compleanno è anzitutto gioia di vivere nel rispetto del prossimo, quale tipo di gioia intendevano trasmettere i centri sociali a quei ragazzini, invitandoli a replicare in forma di farsa uno tra gli episodi più umilianti della nostra storia? La gioia della sopraffazione gratuita, dell’irrisione vigliacca, della vendetta oltre la vendetta. La lezione che chiunque ci abbia fatto soffrire merita non solo la morte, ma la gogna. E che avere sputato e urinato sul cadavere di un dittatore, e avere appeso a un gancio quello della sua donna a gambe aperte come un pollo, rappresentano gesti di cui menare vanto a distanza di settantatré anni, tanto da metterli al centro di una rivisitazione giocosa a colpi di bastone e caramelle. 
L’abusata battuta di Flaiano, secondo cui in Italia i fascisti si dividono in fascisti e antifascisti, sembra cucita alla perfezione su chi dei fascisti combatte le idee, ma continua a condividere i metodi. Come se la violenza degli altri non fosse un invito a disarmare la propria, ma un ghiotto alibi per alimentarla.