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 2018  aprile 27 Venerdì calendario

Crolla l’utile Deutsche Bank, nuovo piano di tagli dei costi

Se non fosse stato per la credibilità di cui già gode personalmente il ceo Christian Sewing e il vigore con il quale è stato annunciato un “vecchio nuovo” piano di risanamento e ristrutturazione per tornare a fare la banca in Germania e in Europa, ieri per Deutsche bank sarebbe stata una giornata da dimenticare in Borsa: l’utile netto a 120 milioni nel primo trimestre 2018, con un crollo dell’80% rispetto allo stesso trimestre del 2017, e ricavi in calo del 5% a 7 miliardi sono stati salutati alla Borsa di Francoforte nel Dax con un calo iniziale del 4%. La volatilità non ha abbandonato il titolo in Borsa per tutta la giornata, con una chiusura a -1,50 per cento. «Non abbiamo più tempo da perdere – ha detto Sewing commentando la trimestrale – perchè questi ritorni per i nostri azionisti sono inaccettabili».
Gli alti e bassi in Borsa riflettono esattamente l’umore del mercato, degli stakeholders, dei grandi e piccoli azionisti, delle agenzie di rating e degli analisti per finire ai dipendenti: tutti insoddisfatti per la cattiva performance di su un colosso bancario che pur avendo le sue radici in Germania (la locomotiva l’Europa che non cresceva così bene dalla riunificazione) non riesce a generare utili come le banche rivali, americane e anche europee che stanno sfornando trimestrali molto buone, essendo i primi tre mesi dell’anno tra l’altro solitamente i più redditizi.
Sewing non ha annunciato una rivoluzione: nel taglio dei costi ha confermato il rispetto del target dell’ex-ad John Cryan di 23 miliardi nel 2018 ma ha anche detto che saranno «dolorosi ma necessari»; nel ridimensionamento dell’investment banking (dal 53% al 50% la riduzione della fetta della torta)ha almeno fatto prendere forma concretamente una strategia in ballo da molto tempo. È ora ufficiale che DB ridurrà la leva dove non redditizia, farà meno nel global equity, ridimensionerà la sua attività di CIB in Asia e Usa: sul mercato americano nel dettaglio verranno tagliate le posizione sul trading di bond, repo e prodotti sofisticati. Resteranno però in piedi tutti quei servizi di banca commerciale che accompagnano la clientela corporate all’estero, dalle grandi alle piccole aziende impegnate nell’export: pagamenti, cambi, credito all’esportazione.
Margini per crescere e fare meglio ce ne sono. Questa la ripartizione attuale dei ricavi per area geografica: Germania 1,503 miliardi (11%), UK 3,817 miliardi (27%), Resto d’Europa, Medio Oriente e Africa 1,268 miliardi (9%), le Americhe 4,999 miliardi, (35%) Asia 2,639 miliardi (19%). L’Italia è uno dei due Paesi, assieme alla Spagna, dove la DB si è impegnata ieri ufficialmente nel comunicato stampa diramato prestissimo la mattina ad espandere il business di banca commerciale e private banking: forse perchè l’Italia è un fiore all’occhiello della banca, con risultati saldamente in attivo. È il modello di DB Italia, nella sostanza, sul quale punta il colosso DB per la sua rinascita: che è anche il suo modello degli anni di gloria, abbandonato poi da una serie di ceo non tedeschi che hanno cercato invano di primeggiare negli Usa, un mercato molto difficile che ha rotto le ossa a tanti colossi europei, usciti prima di DB (quest’ultima dopo aver accusato sanzioni per un totale di 7,2 miliardi di dollari su un totale di 15 circa nel mondo).
Sewing ha anche ribadito, come fatto più volte in passato da Cryan, la volontà di «aumentare l’efficienza dei controlli interni», di snellire il processo decisionale, di focalizzarsi sul wealth management, di valorizzare la forte rete di Postbank. La concorrenza sul territorio tedesco è comunque aspra, dominato come è da oltre 1.600 landesbank, sparkasse, banche di credito cooperativo e banche promozionali oltre alle grandi private.