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 2018  aprile 26 Giovedì calendario

Il grande atlante del cancro un’arma fondamentale di cura. Il Pan Cancer Atlas è una mappa genomica frutto di 12 anni di lavoro in Usa

È incredibilmente passato sotto traccia. Nelle ultime settimane si è tradotto in ventisei articoli scientifici pubblicati sulle riviste più importanti, ma sui media generalisti quasi nessuno ha parlato di quello che rappresenta un passo avanti fondamentale nel progresso delle nostre conoscenze: la messa a punto di una grande mappa genomica del cancro. Il Pan Cancer Atlas, frutto di un lavoro di 12 anni effettuato negli Stati Uniti, apre importanti prospettive sul futuro: permette non solo di avere sotto gli occhi l’intero stato dell’arte del cancro, ma anche di scoprire eventuali connessioni che neppure immaginavamo.
Mappa conoscitiva
Da sempre gli atlanti hanno un ruolo fondamentale: i greci furono i primi a realizzare una mappa del mondo. E se oggi i nostri figli e nipoti non usano quasi più le mappe cartacee per orientarsi, non possono però fare a meno della loro versione digitale, i navigatori satellitari e le app sui nostri smartphone.
Il Pan Cancer Atlas è un’impresa scientifica di eccezionale portata, paragonabile al sequenziamento del genoma umano. Un programma, in origine Tumor Cell Genome Atlas – Tcga, lanciato nel 2006 dal National Cancer Institute americano, inizialmente focalizzato su 3 tumori ma poi cresciuto nel tempo: si è concretizzato in una mappa in cui sono racchiusi i dati genomici di 33 tipi di tumori (di cui 10 rari) tratti da 11.0000 pazienti. Per dare un’idea dell’impressionante quantità di informazioni confluita in questo atlante, i dati raccolti (2,5 petabytes) equivalgono a 500.000 dvd.
Riclassificazioni
Tcga e Pan Cancer Atlas sono diventati da subito un punto di riferimento ineludibile e straordinario per la nostra attività di ricerca, ad esempio quella condotta nel nostro Paese dagli Irccs come Humanitas, raccolti in Alleanza contro il Cancro. Da sempre, quando scopriamo una nuova firma molecolare, o un nuovo meccanismo immunologico di resistenza al cancro, ci chiediamo in quali tumori sia rilevante e se abbia un significato prognostico: ora per orientarci possiamo utilizzare questo potentissimo strumento, che contiene la storia clinica di 11 mila pazienti seguiti nel tempo.
Così, sono state associate alterazioni genetiche e cambiamenti molecolari a tumori diversi: questo ci sta facendo riclassificare i tumori su una base molecolare. Un esempio su tutti: si è scoperto come un tipo particolare di cancro della mammella sia strettamente imparentato con uno dell’ovaio, anche se si tratta di due tumori molto diversi, localizzati in organi lontani, e con un’origine completamente differente.
La classificazione dei tumori ci permette di guidare la terapia. Perciò il Pan Cancer Atlas consente di identificare bersagli nuovi, anche inattesi, contro cui mirare: ad esempio virus o sequenze virali che non sapevamo fossero associate ai tumori. È come se si fosse aperta una nuova, immensa miniera in cui i ricercatori scavano a fondo per estrarre sempre maggiori conoscenze.
Terapie mirate
Il Pan Cancer Atlas costituisce una guida per lo sviluppo di terapie mirate, personalizzate, dirette contro la cellula tumorale che rappresenta un «bersaglio mobile», perché in grado di evolvere per sfuggire alle cure. Ma non solo. Questa mappa ci aiuta anche ad avere una visione globale del cancro: della cellula tumorale e del micro ambiente immunologico, evidenziando ancora una volta come le strategie volte a rieducare il nostro sistema immunitario possano costituire un’arma complementare per sconfiggere questa malattia.
Una mappa così sistematica del sistema immunitario all’interno dei diversi tumori umani ci aiuta a guidare i nostri sforzi per affrontare le sfide ancora aperte, come i tumori che non rispondono alle strategie immunologiche.
Non si sarebbe potuti arrivare a questo risultato se non fossero state coinvolte persone con competenze diverse – ricercatori, medici, bioinformatici ed esperti di intelligenza artificiale – a riprova del fatto che il progresso è dato dalla contaminazione di saperi diversi. Infine, è importante notare come questo progetto, made in Usa, nell’ottica della trasparenza e della condivisione tipiche della dimensione scientifica sia stato messo a disposizione e beneficio di tutti. Anche in un tempo in cui vediamo barriere che si alzano, e i vari Paesi rinchiudersi in se stessi, è questo l’orizzonte in cui si muove la scienza.
*Medico oncologo, direttore scientifico di Humanitas e docente Humanitas University