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 2018  aprile 25 Mercoledì calendario

Lega e M5s vogliono agevolare le piccole imprese dell’energia, non solo le grandi

ROMA
Movimento 5 Stelle e Lega la pensano allo stesso modo: sulla politica energetica sarebbe stato meglio se il governo uscente avesse evitato «colpi di coda». I primi due altolà al ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda erano già arrivati: sulla pubblicazione della Carta delle aree potenziali per il deposito delle scorie nucleari, rimasta nel cassetto nonostante le attese, e sul decreto interministeriale che taglia gli incentivi per le fonti rinnovabili. Ora i nuovi dubbi, seppure con sfumature diverse, riguardano il decreto sui “certificati bianchi” per l’efficienza energetica e il decreto per le agevolazioni alle aziende ad alto consumo di gas.
Il decreto sulle rinnovabili è stato inviato dallo Sviluppo all’Ambiente, che ha formulato alcune osservazioni anche in relative a rischi di infrazione Ue. A inizio maggio proseguirà il confronto tecnico. Secondo il senatore Gianni Girotto, che ha coordinato il programma sull’energia del Movimento, il provvedimento «presenta varie criticità». «C’è ancora tempo per modificarlo tra passaggio alla Conferenza Stato-Regioni ed esame di Bruxelles – dice – altrimenti lo faremo direttamente noi nel primo provvedimento utile in Parlamento». I problemi? «Si penalizzano gli impianti più piccoli e quindi gli investitori di piccola taglia. C’è il nodo delle bonifiche, nel punto in cui si prevede la possibilità di realizzare zone industriali per l’installazione dei parchi. Ed è una forzatura escludere tout court, senza distinzioni, i terreni agricoli». 
Armando Siri, responsabile Economia della Lega, si è già espresso contro l’opportunità che il governo uscente vari il decreto sulle rinnovabili. «Una questione di metodo e non solo – dice –. Allo stesso modo riteniamo che anche per il decreto gasivori e per quello sui titoli di efficienza energetica non sia giusto accelerare in questa fase. Sono provvedimenti di grande impatto sull’intera filiera produttiva e andrebbe considerata l’opportunità che si esprima il prossimo governo». Dubbi anche sui contenuti. A partire dalle norme che lo Sviluppo ha preparato sui «gasivori» con l’obiettivo di supportare la competitività di grandi settori industriali (si veda l’articolo in basso). «Non fraintendiamo – precisa Siri – non vogliamo certo mettere i bastoni tra le ruote alle grandi imprese, ma per noi va prioritariamente sostenuta e agevolata la fisionomia economica del Paese fatta in larga prevalenza di Pmi».Un’obiezione condivisa dai 5 Stelle, che in Parlamento avevano già dato battaglia contro le agevolazioni per i grandi consumatori di energia elettrica (energivori). «La nostra idea – spiega Girotto – è quella di incentivare soprattutto le Pmi. Ha più senso aiutare i grandi consumatori con altre modalità, per renderli più efficienti e autonomi». Girotto boccia anche l’attuale versione del decreto sui titoli di efficienza energetica: «Il cap al contributo tariffario non serve a salvaguardare l’obiettivo dell’efficienza energetica. E poi va risolto il problema dell’anno di preventivo monitoraggio che scoraggia, ancora una volta, i piccoli interventi». Ma la lista delle riforme energetiche allo studio dei grillini è molto più lunga. Passa da incentivi per la mobilità elettrica a un radicale dietrofront sull’abolizione del mercato tutelato dell’energia elettrica, che la legge concorrenza prevede dal luglio 2019.
Anche la Lega, al governo o in Parlamento, promette di intervenire ad ampio raggio sulle politiche energetiche. «Intanto – aggiunge Siri – invitiamo ancora una volta il governo uscente a non fare scelte che abbiano ricadute strategiche. Penso anche alle nomine. Avevamo avuto rassicurazioni dal premier Gentiloni su questo tema invece vediamo che si procede senza interpellarci, come avvenuto per il collegio sindacale di Leonardo. Non vorremmo che accadesse ora con le nomine della Cassa depositi e prestiti e delle sue controllate come Cdp Immobiliare e Simest».
.@CFotina