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 2018  aprile 25 Mercoledì calendario

Poche punizioni per i bulli in classe

La regola è chiara: chi si becca un 5 in condotta deve ripetere l’anno. Un voto che dovrebbe scattare in automatico per i ragazzi che vengono sospesi per più di due settimane. Peccato però che, nonostante l’escalation di violenze tra i banchi di scuola, solo lo 0,1% degli studenti è stato bocciato per motivi disciplinari alla fine dell’anno scolastico 2016-2017. Su oltre 2 milioni di iscritti dalla prima alla quarta superiore, a dover rifare l’anno causa insufficienza in condotta sono stati appena in 1.835. Dati del Miur alla mano. La percentuale si alza in Campania, Puglia e Abruzzo, oscillando tra lo 0,3% e lo 0,2%. Il record di bocciature si registra dalle parti di Napoli e dintorni (683), con Puglia (265) e Sicilia (136) a completare il podio di questa speciale classifica. Al nord non scherza la Lombardia: 133 i casi di violenze che hanno portato i consigli di classe a escludere dagli scrutini gli alunni esagitati. Se le cifre dei 5 restano contenute, lo stesso non può dirsi dei 6. In Campania, l’anno scorso, 24.102 studenti hanno scampato l’insufficienza per un pelo: praticamente il 10,6% degli iscritti alle superiore dell’intera regione. Staccate la Puglia, con 9.085 graziati (6,1%), e la Basilicata con 1.357 (5,9%). Numeri assoluti importanti anche per Lombardia (6.346), Lazio (5.382), ed Emilia Romagna (4.582). Ma perché si boccia poco? La spiegazione sta nei rapporti di autovalutazione che le scuole compilano ogni anno. Il 58% degli istituti denuncia almeno un episodio di violenza all’anno, ma solo uno su tre viene punito come si dovrebbe fare. Ovvero con la sospensione prevista dal decreto ministeriale del 2009. Non solo. Perché la punizione a lavori socialmente utili viene data solo al 14% dei bulli. In più della metà dei casi, infatti, professori e presidi preferiscono solo richiamare gli studenti.