La Stampa, 25 aprile 2018
A Biella si produce l’idromele, ossia il nettare della mitologia
Nell’Antica Grecia la chiamavano la bevanda degli Dei, ma era cara anche ai Celti. È l’idromele, una sorta di vino bianco prodotto col miele e che da sempre affascina Alessio Vaccari, 32 anni, dottore in Scienze forestali di Biella. Vaccari è il capo giardiniere dell’Orto botanico di Oropa: «Un lavoro che amo. Non mi occupo solo della cura del giardino, ma anche di accompagnare i ragazzi alla scoperta delle meraviglie del parco attorno al Santuario biellese». Il problema è che si tratta di un lavoro esclusivamente estivo. Così Vaccari ha deciso di inventarsi una professione parallela, diventando il primo produttore biellese di «bevanda degli dei»: «Ero bambino quando andai per la prima volta con la mia famiglia a una festa celtica e rimasi incantato dalla storia dell’idromele. Grazie all’ottima qualità dell’acqua e del miele biellesi, ho deciso di scommettere su questa bevanda, che in Usa spopola da tempo ma in Italia è ancora tutta da scoprire».
I Celti la chiamavano «Mead», e veniva consumata abbondantemente nei matrimoni perché si riteneva che stimolasse la virilità e la fertilità: l’espressione «luna di miele» viene proprio da lì. Essendo una bevanda alcolica la cui gradazione varia dagli 8 ai 17 gradi, la tecnica di fermentazione è come quella del vino. Ogni produttore può scegliere se preparare un idromele dolce o secco, frizzante oppure fermo. Alessio Vaccari ha allestito il suo laboratorio a Zubiena, sulla collina biellese, di fianco a un laboratorio di smielatura dell’Associazione apicoltori di Biella: «Saranno loro a fornirmi il miele: un prodotto di ottima qualità e rigorosamente locale. La produzione che lancerò presto sul mercato ha un tasso alcolico di 13 gradi: un idromele bianco secco che ricorda leggermente il passito». Siccome Vaccari non ha un negozio, comincerà vendendo il suo vino di miele in mercatini, sagre e piccole botteghe: «Sono ottimista: inizialmente la mia produzione sarà di un migliaio di litri l’anno, ma spero di crescere in fretta e fare apprezzare la “Bevanda degli Dei” a un numero sempre maggiore di persone».