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 2018  aprile 24 Martedì calendario

La campagna del califfato e l’ombra dell’Isis

La matrice della strage non è ancora chiara e la polizia canadese ha scelto la linea della cautela. Ma la dinamica dell’azione ricorda i più feroci attentati condotti in Occidente dai seguaci dell’Isis, come a Berlino e a Barcellona. C’è però una doppia coincidenza che spinge alcuni analisti a ipotizzare un attacco terroristico. È stata colpita la città durante il vertice del G-7, con i ministri dei governi che hanno dato il contributo maggiore alla campagna contro lo Stato Islamico. E proprio domenica, dopo un lungo silenzio, il Califfato ha lanciato un nuova chiamata alle armi «ai mujaheddin che operano in tutto il mondo».
Il messaggio audio porta la firma di Abu Hassam al-Muhajir, il portavoce ufficiale dell’Isis che taceva da quasi dieci mesi. Un proclama di quasi un’ora, carico di citazioni dottrinarie con uno spettro di valutazioni che gli esperti di tutto il mondo stanno ancora esaminando. Un solo punto è chiaro: l’invito ai lupi solitari, perché vadano ovunque all’assalto per testimoniare che lo Stato Islamico è ancora vitale.
«Quale vittoria vai proclamando, America? I combattenti della fede sono ancora in una posizione di forza, migliore di quella che ti obbligò sconfitta a lasciare l’Iraq anni fa». La registrazione è recente, perché fa riferimento ai raid statunitensi contro Assad. Commenta infatti l’annuncio di Trump di volere ritirarsi dalla Siria. «Gli Stati Uniti ormai sono una potenza che accetta mezze misure dai suoi nemici e non mostra lealtà verso i suoi alleati, anzi li inganna come tutti possono vedere». E infine l’ultima minaccia: «America, tornatene dall’altra parte dell’Oceano, prima di essere costretta a subire quello che non hai ancora provato».
Le prime interpretazioni del messaggio di Abu Hassam al-Muhajir, che ha anche ribadito la sua ammirazione per Al Baghdadi, si sono concentrate sugli aspetti interni al mondo arabo. Parte del discorso è dedicata alla situazione in Iraq, ordinando di boicottare le elezioni nel Paese, e alla mobilitazione contro gli sciiti.
«Non ci sono differenze tra combattere i leader di Egitto, Arabia Saudita, Iran, Palestina e i loro alleati crociati americani o i russi e gli europei. Anzi, devono ricevere un trattamento ancora più crudele perché sono arabi che si oppongono all’Islam».
In passato, questi proclami hanno ispirato gli attentati più feroci dell’Isis. Il sermone del predecessore di al Muhajir era stato citato nel video di addio di uno dei kamikaze del Bataclan. E ieri a Bruxelles l’unico superstite di quel commando, Salah Abdeslam, è stato condannato a venti anni di carcere, per una serie di azioni compiute in Belgio: deve ancora venire processato per la strage di Parigi.