Corriere della Sera, 24 aprile 2018
Quell’«arma» insospettabile a disposizione di killer e folli
Da tempo il veicolo «tagliaerba» è un’arma micidiale e semplice. Tecnica inventata dai gruppi palestinesi, adottata dai qaedisti e dallo Stato Islamico, imitata da elementi xenofobi in Occidente ma anche da persone instabili, spinte a compiere gesti terroristici pur senza un’affiliazione. È avvenuto anche in Italia, a Sondrio, alla vigilia di Natale, con un attacco a un mercatino per fortuna senza conseguenze catastrofiche. Responsabile un uomo che aveva esagerato con l’alcol ma determinato a uccidere. Il massacro di Nizza, sulla Promenade, la scorreria di Berlino come altri eventi tragici hanno dimostrato quante vittime possa provocare il gesto di un singolo, senza alcun addestramento, votato alla missione. E solo poche settimane fa abbiamo visto un folle lanciarsi alla guida del suo mezzo contro i tavolini di un bar a Münster, in Germania. Storia dimenticata in fretta perché estranea alla campagna ispirata dal Califfo. Proprio in Canada, a Saint Jean sur Richelieu, nella regione canadese del Quebec, nel 2014 un simpatizzante islamista, Martin Couture Rouleau, investì due militari. Uno perse la vita. Al Qaeda e Isis, in questi anni, hanno provato a «catalogare» le operazioni fornendo istruzioni precise, dal tipo di veicoli – meglio se noleggiati o rubati – alla velocità, al peso, alle eventuali varianti nel modus operandi, magari portandosi dietro una pistola e bombole del gas da far esplodere. Gli altri, gli emulatori, quelli privi di una causa politica si sono adeguati, affascinati dal metodo e certi di destare attenzione. L’ariete a quattro ruote è uno strumento d’offesa che non suscita sospetti. Il guidatore non ha bisogno di alcuna pianificazione specifica. Ha un alto impatto visto che può essere usato in qualsiasi luogo, dal piccolo paese alla metropoli. Semina paura in quanto coinvolge aspetti normali della nostra esistenza. È impossibile da prevenire se non in alcune zone sensibili. Chi vuole ammazzare, purtroppo, ha un’infinità di bersagli.