Il Sole 24 Ore, 24 aprile 2018
M5S «stressa» le convergenze su imprese, famiglie e cantieri
Mentre la politica impiega poche ore a chiudere uno scenario e ad aprirne uno alternativo, il lavoro accademico sui programmi chiesto dai Cinque Stelle a Giacinto della Cananea ha avuto bisogno di un complicato processo industriale per cercare punti di contatto. Un primo filtro ha depurato i programmi dalle asprezze della campagna elettorale; un secondo, ancora più potente, li ha ripuliti dagli elementi più divisivi, dal reddito di cittadinanza del Movimento 5 Stelle alle Flat Tax del Centrodestra fino al rapporto con i vincoli Ue su deficit e debito. A questo punto è entrato in azione il terzo vaglio, che ha riassunto in titoli quel che rimaneva.
La tabella sinottica uscita da questo processo è asettica, nel senso che non cerca corsie preferenziali verso un’intesa Pd-Cinquestelle rispetto all’ipotesi di accordo con la Lega. E nella sua impostazione fredda rischia di vivere un curioso spiazzamento temporale rispetto alla chiusura verso Salvini scritta dal leader M5S Luigi Di Maio sul Blog delle Stelle poche ore dopo la pubblicazione del lavoro dell’ordinario di diritto amministrativo a Tor Vergata. Il suo obiettivo era quello di costruire una base possibile per «Un accordo per il governo dell’Italia tra Movimento 5 Stelle e...», in cui i tre puntini di sospensione che campeggiano in copertina indicano bene il carattere aperto del progetto.
Complice il potente lavoro di sintesi, tabella alla mano sarebbero tre i filoni programmatici su cui i cacciatori di intese dovrebbero esercitarsi con più trasporto. Tutti e tre i partiti messi sotto esame chiedono di rilanciare il «piano 4.0 per le imprese» e il «disegno di legge annuale per le Pmi», mentre in fatto di banche propongono all’unisono un trattamento fiscale differenziato fra istituti commerciali e banche d’affari e sanzioni più severe per i manager e gli amministratori che si rendono responsabili di dissesti. Anche sulla tassazione dei «giganti di Internet», al di là di qualche differenza lessicale la sintonia sembra piena, anche se la Lega nelle scorse settimane si era mostrata più fredda sul punto.
Proprio il fisco, un po’ a sorpresa, offre il secondo terreno utile per le esplorazioni a caccia di accordi. Non c’è la Flat Tax, su cui va però registrata l’apertura del capogruppo M5S al Senato Danilo Toninelli a patto che la tassa piatta sia «progressiva». Ma nella griglia compare il «sostegno monetario al costo dei figli», variamente articolato dai partiti, all’interno di un “pacchetto famiglia” che comprende anche un piano straordinario per gli asili nido, misure per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro con il potenziamento dello smart working e il sostegno del lavoro delle donne. In ambito fiscale, poi, tutti e tre gli ipotetici contraenti del patto si dicono a favore di una «maggiore equità» per tutelare il ceto medio (e ci mancherebbe), sulla semplificazione (idem) e sulla riforma del processo tributario. Il terzetto ideale dei temi più promettenti per il confronto si chiude poi con le infrastrutture, dove i tre propongono investimenti nella «mobilità sostenibile» e nell’edilizia pubblica, con più attenzione a scuola e università nel caso di M5S e Pd e un accento sulle nuove carceri dalla Lega.
Fin qui i programmi. Ma poi, appunto, c’è la politica. E lo stesso della Cananea, nella lettera al leader Cinque Stelle Luigi Di Maio con cui accompagna il confronto, enfatizza le «diverse, se non opposte, concezioni della vita associata» che plasmano le diverse proposte politiche. Le convergenze della tabella, oltre che dalla natura “flessibile” di molte proposte, nascono insomma dallo spirito inevitabilmente costruttivo con cui è stato condotto il lavoro. Che ora si deve misurare con il gioco di veti e convenienze.
gianni.trovati@ilsole24ore.com