La Lettura, 22 aprile 2018
L’uomo che riscriveva Carver
Anche se ha pubblicato romanzi brevi e raccolte di racconti – e la sua opera omnia è stata radunata da poco, negli Stati Uniti, in un volume completo —, Gordon Lish (1934) verrà ricordato come uno dei grandi editor di narrativa, il «miglior fabbro» per usare l’espressione che Eliot dedicò a Pound, il gregario che ha aiutato tanti scrittori americani degli ultimi 50 anni a trovare la loro voce. Lish – prima a «Esquire», poi alla casa editrice Knopf – è stato l’editor di Raymond Carver, Don DeLillo, Cynthia Ozick, Richard Ford (che di lui conserva un pessimo ricordo: l’ha definito, in un’intervista con «la Lettura», «un brutto figlio di puttana senza cuore» per come trattò Carver), Amy Hempel (a lui dedicò Ragioni per vivere ), Joy Williams e Harold Brodkey. Il metodo Lish, semplice nella brutalità, è quello di tagliare, per colpire al cuore: leggere Carver editato da Lish o nella versione originale (riemersa anni dopo) pone davanti a una scelta: o si accetta il metodo Lish o lo si rifiuta, quello che a un lettore può apparire meravigliosamente tagliente a un altro può sembrare arido. Di sicuro Lish ha lanciato tanti scrittori: molti dei quali hanno pubblicato un solo libro importante, però: vittime del metodo Lish. Partire da un episodio traumatico delle proprie vite e raccontarlo in modo sintetico, asciutto, con frasi secche, paratattiche, memorabili. C’è chi è cresciuto, è andato oltre, ha continuato la carriera con le proprie gambe. C’è chi s’è fermato. Resta la massima che ripeteva agli studenti: «Dammi una frase che sia vera».