Il Sole 24 Ore, 21 aprile 2018
A Carpi il maxipolo della carne suina
Carpi diventa ufficialmente il più grande polo della macellazione suina italiana. Filiera Sì – società al 51% della cooperativa di allevatori Opas e al 49% di Alcar Uno, della famiglia Levoni – ha acquisito il macello che era di Italcarni e che già conduceva in affitto dal novembre del 2014. Lo stabilimento di Carpi era stato posto in liquidazione coatta amministrativa a seguito di cessata attività.
Quella di Filiera Sì è stata l’unica offerta all’asta che è stata bandita il 15 novembre scorso e che si è conclusa la scorsa settimana. La controllata di Opas si è aggiudicata il macello per 14 milioni di euro. «Già da più di tre anni gestivamo lo stabilimento in affitto per macellare 25mila suini alla settimana – spiega il direttore generale di Opas, Valerio Pozzi – con l’acquisizione non abbiamo fatto altro che perfezionare un business ben avviato».
L’operazione è la maggiore concretizzata nel settore della macellazione suina in Italia ad opera di una cooperativa agricola congiuntamente ad una azienda privata e garantisce continuità all’attività del maggiore macello di suini in Italia, che dà lavoro a 600 persone. Opas – acronimo di Organizzazione prodotto allevatori suini – è la più grande cooperativa di allevatori di suini in Italia e riunisce oltre 100 soci concentrati per lo più tra l’Emilia-Romagna, la Lombardia, il Veneto, il Piemonte e il Friuli. La dimensione aziendale media dei soci di Opas è di 30mila suini, che vengono alimentati a secco secondo un disciplinare dop. Nel 2017 Opas e Filiera Sì hanno raggiunto il fatturato aggregato di 423 milioni di euro.
«Con circa 1,5 milioni di capi all’anno, rappresentiamo oltre il 15% della produzione nazionale», ricorda Pozzi. Opas è anche tra i principali fornitori di materia prima del Prosciutto di Parma: «Il 95% dei suini che macelliamo diventano cosce destinate ai produttori del Consorzio», ricorda il direttore generale della società. Proprio in questi giorni il Consorzio di Parma si è definito “parte lesa” nell’indagine avviata dal Tribunale di Torino sulla non conformità di numerosi maiali al disciplinare del Prosciutto di Parma e del San Daniele, che ha già portato alla sospensione di sei mesi dei due enti certificatori di qualità dei prosciutti, così come di numerose altre Dop.
«Con questa acquisizione – ha dichiarato Alberto Cavagnini, presidente di Opas – si conclude un percorso partito da una situazione di forte criticità, che di fatto aveva portato alla chiusura dell’attività del macello Italcarni di Carpi con ricadute molto pesanti per il comparto allevatoriale e per l’occupazione. Ora abbiamo la possibilità non solo di dare continuità, ma anche di sviluppare ulteriormente l’attività di macellazione con nuovi investimenti per valorizzare la carne suina dei nostri soci allevatori».
Lo stabilimento di Italcarni a Carpi, anch€’esso storico marchio cooperativo, ha una superficie di circa 92mila metri quadrati e può contare su parecchie certificazioni veterinarie per l’export.