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 2018  aprile 21 Sabato calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - IL BULLISMO A SCUOLA E LA POLEMICA INNESTATA DA MICHELE SERRAREPUBBLICA.ITTre studenti bocciati, due sospesi fino al 19 maggio ma amessi agli scrutini

APPUNTI PER GAZZETTA - IL BULLISMO A SCUOLA E LA POLEMICA INNESTATA DA MICHELE SERRA

REPUBBLICA.IT
Tre studenti bocciati, due sospesi fino al 19 maggio ma amessi agli scrutini. E’ la decisione del consiglio d’Istituto dell’Itc "Carrara", chiamato a esprimersi sulla proposta, avanzata ieri dal consiglio di classe, di far ripetere l’anno a cinque dei sei studenti indagati per gli insulti e le minacce nei confronti del proprio docente d’italiano e storia.

Il consiglio di istituto, riunito per circa quattro ore, ha dunque rivalutato la posizione di due studenti, alla luce, spiega il preside Cesare Lazzari, di informazioni "utili" rese da uno dei giovani coinvolti che è stato ascoltato stamani (ieri non aveva potuto partecipare al consiglio di classe), dello statuto degli studenti, della valutazione delle presenze complessive durante l’anno scolastico e anche nell’ottica di non precludere un possibile recupero del percorso didattico. Motivo per cui rimane la sospensione fino al 19 maggio ma saranno ammessi agli scrutini. E’ stata anche valutata la recidiva nelle condotte: i due, ha spiegato sempre il preside, non erano stati sospesi in precedenza, a differenza degli altri tre. Lazzari ha tenuto a precisare che "non è un premio: gli alunni che rientrano dovranno sudare sette camicie", spiegando inoltre di non sapere se le famiglie decideranno di mandarli nuovamente a scuola, una volta conclusa la sospensione.
Lucca. "Prof, mi metta 6 e non mi faccia incaz...": così l’alunno minaccia l’insegnante Condividi   Il "verdetto" arriva il giorno dopo le perquisizioni della polizia nei confronti dei sei alunni, tutti minorenni. Sono stati sequestrati gli indumenti indossati dai ragazzi nei video, i loro cellulari e il casco da moto utilizzato per colpire l’insegnante. Nei prossimi giorni saranno tutti interrogati. Intanto è stato deciso di contestare loro, oltre al reato di concorso in violenza privata e minacce - in quanto ritenuti responsabili di un’azione volta a umiliare e dileggiare il professore - anche il tentato furto del tablet con i dati del registro elettronico, che uno studente ha provato a strappare dalle mani del professore. Mente il docente è già stato ascoltato dalla polizia giudiziaria, come persona informata sui fatti.
Lucca, alunni aggrediscono e minacciano il professore: spunta un altro video Condividi   Ieri, prima di proporre la bocciatura per cinque alunni, il consiglio d’istituto aveva ascoltato per più di cinque ore gli studenti coinvolti che avevano deciso di presentarsi (non tutti) e le loro famiglie (tutte tranne una). Inoltre la scuola valuterà la posizione del professore vittima dei bulli, già ripreso perché a suo tempo non ha denunciato l’episodio, e di altri colleghi entro 30 giorni. Si vuole capire se il loro metodo educativo è corretto, soprattutto dal punto di vista della severità.
Prof di Lucca aggredito da alunni, il preside: "Chiedere scusa non basta, qualcuno sarà bocciato" Condividi   L’ennesimo caso di bullismo a scuola nei confronti di un professore era scoppiato pochi giorni fa, quando i video con le minacce e le offese al docente dell’istituto tecnico di Lucca, 64 anni, erano finiti in rete, dopo aver fatto il giro delle chat su WhatsApp. Nel primo filmato il ragazzo intimava all’insegnate di "inginocchiarsi" e di mettergli la sufficienza: "Prof, mi metta sei e non mi faccia incaz....", la frase ripetuta più volte. Stessa aula, stesso professore, stesse scene nei filmati diffusi il giorno dopo. In cui si vede uno studente affrerrare un casco integrale da motociclista, indossarlo, e mimare una testata. Non una, non due. Ma diverse volte. L’alunno si avvicina ripetutamente al docente, gli sfiora il braccio. Lo sfida. In altre immagini un compagno prende possesso della cattedra e, con prepotenza, la occupa con i cestini per la raccolta della carta. Tutto avviene, sempre, tra le risate dei compagni di classe. I video erano stati poi acquisiti dalla polizia postale mentre il tribunale dei minori aveva aperto un fascicolo d’inchiesta.

IL PEZZO DI MICHELE SERRA
Tocca dire una cosa sgradevole, a proposito degli episodi di intimidazione di alunni contro professori. Sgradevole ma necessaria. Non è nei licei classici o scientifici, è negli istituti tecnici e nelle scuole professionali che la situazione è peggiore, e lo è per una ragione antica, per uno scandalo ancora intatto: il livello di educazione, di padronanza dei gesti e delle parole, di rispetto delle regole è direttamente proporzionale al ceto sociale di provenienza. Cosa che da un lato ci inchioda alla struttura fortemente classista e conservatrice della nostra società (vanno al liceo i figli di quelli che avevano fatto il liceo), dall’altro lato ci costringe a prendere atto della menzogna demagogica insita nel concetto stesso di "populismo".

Il populismo è prima di tutto un’operazione consolatoria, perché evita di prendere coscienza della subalternità sociale e della debolezza culturale dei ceti popolari. Il popolo è più debole della borghesia, e quando è violento è perché cerca di mascherare la propria debolezza, come i ragazzini tracotanti e imbarazzanti che fanno la voce grossa con i professori per imitazione di padri e madri ignoranti, aggressivi, impreparati alla vita. Che di questa ignoranza, di questa aggressività, di questa mala educación, di questo disprezzo per le regole si sia fatto un titolo di vanto è un danno atroce inferto ai poveri: che oggi come ieri continuano a riempire le carceri e i riformatori.   Lucca, minacce al prof. Uno studente: ’Usiamo il cellulare in classe. Ho provato vergogna vedendo quei video"

Una mia recente Amaca sulle aggressioni agli insegnanti ha sollevato, su alcuni giornali e sui social, una rovente discussione. In estrema sintesi: ho attribuito alla "struttura fortemente classista e conservatrice della nostra società" il maggiore tasso di aggressività e di indisciplina che si registra (stando alle cronache) nelle scuole tecnico-professionali e nelle medie inferiori rispetto ai licei, frequentati quasi solo "dai figli di quelli che hanno fatto il liceo".

Poiché, scrivendo una nota di 1500 caratteri, si è costretti a evitare la zavorra dell’ovvio, non ho aggiunto che esistono fior di liceali screanzati e arroganti, e borgatari gentili e brillanti che ogni professore vorrebbe avere nella sua classe. Mi interessava dire del macro-fenomeno, e in buona sostanza, non citandolo, di ripetere l’antica lezione di don Milani sulla "scuola di classe". (Vale ricordare, in proposito, recenti polemiche su alcune auto-promozioni di eleganti licei romani e milanesi, orgogliosi di avere nelle proprie aule alunni, come dire, ben selezionati socialmente).

LEGGI: L’Amaca di Michele Serra contestata

In altri tempi qualcuno mi avrebbe accusato di fare del facile sociologismo di sinistra, offrendo un alibi ai violenti, vedi la conclusione di quell’Amaca: sono "i poveri che oggi come ieri continuano a riempire le carceri e i riformatori". Ma i tempi devono essersi ribaltati, davvero ribaltati, se invece in molti hanno scelto di rivolgermi esattamente l’imputazione opposta, accusandomi di "classismo" e di "puzza sotto il naso", nel solco del molto logoro, molto falsificante ma sempre trionfante cliché "quelli dell’establishment contro quelli del popolo".

Ora: fino a che sono i social a chiamarmi in causa, sono costretto a replicare che non posso replicare. Non certo per alterigia ma per una ragione oggettiva sulla quale sarebbe importantissimo, e liberatorio, che tutti riflettessimo, dal prestigioso intellettuale allo hater seriale: la moltitudine dei commenti (non tutti, ovviamente) NON riguarda quello che ho scritto, riguarda la sua eco, i commenti ai commenti, voci relate, fonti in brevissimo tempo vaghe e remote. Il testo (i 1500 caratteri della mia Amaca, insomma le mie parole) quasi non vale più. Quasi nessuno lo legge fino in fondo e lo analizza. Vale il caotico, per certi versi mostruoso contesto del chattismo compulsivo, così compulsivo che perde il filo del discorso già in partenza. E dunque alle migliaia di persone che, sui social, mi hanno sommerso di accuse e di invettive, sono costretto a dire, in buona amicizia: voi non state parlando di me e non state parlando di quello che ho scritto, dunque scusate ma non posso rispondervi. Non è che non voglio: non posso. Le parole sono troppo importanti perché se ne possa fare un uso così approssimativo. Molto più

Lucca, alunni aggrediscono e minacciano il professore: spunta un altro video Insulti, spinte, testate. Spunta un altro video dall’aula dell’istituto tecnico commerciale ’F. Carrara’ di Lucca, teatro dell’aggressione subita da un professore da parte di alcuni studenti. La clip mostra alcuni ragazzi - di cui uno con addosso un casco - avvicinarsi con fare minaccioso all’uomo, mentre la maggior parte degli studenti ride.
In seguito ai video diffusi in rete, quattro ragazzi - tutti minorenni - sono stati segnalati alla Procura di Firenze. Anche il preside della scuola, che ha annunciato pesanti sanzioni disciplinari nei confronti degli studenti coinvolti, ha presentato una formale denuncia