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 2018  aprile 21 Sabato calendario

Russiagate a luci rosse. «Putin disse a Trump: qui le più belle escort» `

NEW YORK Un giallo con una venatura a luci rosse. Il Russiagate s’ingarbuglia sempre di più mentre vengono a galla le vanterie di Vladimir Putin sull’avvenenza delle prostitute russe, e l’ira dei democratici trascina in tribunale il Cremlino, Wikileaks, il figlio e il genero di Trump. Due nuovi fatti importanti sono successi in queste ultime 48 ore. Da un canto sono diventati pubblici gli appunti che l’ex capo dell’Fbi James Comey, presi dopo un incontro con Trump nel febbraio del 2017. Dall’altro lato, il Comitato direttivo dei democratici ha deciso di rivolgersi alla legge per chiedere danni per milioni per «la manomissione delle elezioni del 2016». Lo scandalo dunque preme alle porte della Casa Bianca, e non è un caso che Trump abbia aggiunto alla sua squadra di avvocati tre nuovi legali newyorchesi, tra i quali Rudy Giuliani, ex procuratore federale, poi sindaco di New York e molto amico di Trump. 
Il partito repubblicano ha preteso che gli appunti di Comey venissero consegnati al Congresso. 
LE 16 PAGINE
Ma appena arrivate, le 16 pagine sono finite sulla stampa. Comey ricorda momenti ancora ignoti dell’incontro con Trump. Ad esempio, il fatto che il presidente non sembrò affatto preoccupato delle interferenze russe nella democrazia americana, ma si preoccupava del dossier a firma di un ex agente britannico in cui si ipotizzava un incontro fra lui stesso e due prostitute russe in un albergo di Mosca. Secondo Comey, Trump ne negava la veridicità ma aveva comunque raccontato di aver parlato con Putin, che gli aveva vantato la bellezza delle «professioniste» del suo Paese, cosa che ieri il Cremlino ha fortemente negato. Alcuni media americani credono che Trump avesse sentito una conferenza di Putin in cui diceva quella frase, e l’abbia «internalizzata». Una terza perla, è la rabbia di Trump contro i leaks della Casa Bianca. Il presidente suggerisce a Comey di mettere i giornalisti in prigione, in modo da convincerli a rivelare il nome delle fonti dentro l’Amministrazione.