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 2018  aprile 21 Sabato calendario

Servizio sui vitalizi, Landolfi schiaffeggia un giornalista

ROMA «L’ex ministro Mario Landolfi come Roberto Spada», ha subito commentato il deputato dem Andrea Romano (e non solo lui), ricordando la testata inferta nel novembre scorso ad Ostia dal titolare della palestra Femus Boxe (da allora in carcere) all’inviato di «Nemo» (RaiDue) Daniele Piervincenzi. Giovedì scorso, invece, è stato l’ex ministro delle Comunicazioni, Landolfi, già esponente di An e del Pdl, fuori dal Parlamento dal 2013, a colpire in strada con uno schiaffone al volto l’inviato di «Non è l’Arena» Danilo Lupo, che gli chiedeva lumi sul vitalizio. Domani sera Landolfi e Lupo si ritroveranno proprio da Massimo Giletti su La7 e «Non è l’Arena» trasmetterà il video integrale dell’aggressione. 
«Non ho molto da aggiungere – ha scritto ieri Lupo su Facebook —. Anzi sì: con questo signore ci vedremo in tribunale...». Landolfi, dal canto suo, ha già inviato una lettera di scuse a Giletti. E qui chiede scusa anche a Lupo: «Il mio è stato un fallo di reazione da cartellino rosso – dice —. Vorrei, però, che venisse trasmesso il video integrale perché io non l’ho colpito a freddo, per un po’ anzi gli ho risposto nel merito, l’ho pure invitato a salire più tardi in ufficio. Ma lui insisteva, insisteva. Ora, però, vorrei stringergli la mano». C’è stato anche un altro grave episodio, ieri, che ha visto vittima un giornalista: Giorgio Mottola, l’inviato di «Report«(RaiTre), è stato avvicinato a brutto muso dal re dei balneari di Ostia, Renato Papagni, nel tentativo di fargli ingoiare la mappa catastale delle concessioni che il cronista gli aveva mostrato. 
Mario Landolfi, comunque, dopo 5 legislature, il vitalizio ancora non lo prende: «La norma è cambiata e io non ho compiuto i 60 anni d’età – spiega —. Li compirò nel giugno 2019 e percepirò tra i 3.500 e i 4 mila euro netti al mese. Dal 2013 sono tornato a fare il redattore ordinario al Secolo d’Italia, dove siamo in solidarietà. Faccio ogni giorno il pendolare, prendo il treno da Sessa Aurunca e vengo a Roma». Non gli piace, però, l’essere accostato a Roberto Spada: «Diciamo che ho fatto come Del Noce con Staffelli. O D’Alema quando rovesciò gli agnolotti dell’inviata Rai. O lo stesso Giletti quando lanciò in studio il libro di Mario Capanna. A La7 (domani, ndr), spero, ci chiariremo».