la Repubblica, 21 aprile 2018
Kim propone lo stop agli esperimenti nucleari
L’annuncio: “Chiudiamo il sito di Punggye-ri. Ci uniamo agli sforzi internazionali per fermare gli esperimenti atomici”. Previsto a breve l’incontro con il presidente Usa Di che cosa stiamo parlando La storica svolta di Kim Jong-un arriva dopo che negli ultimi mesi i test nucleari e missilistici della Corea del Nord si erano intensificati. Non più tardi del febbraio scorso, in un discorso dopo la parata delle celebrazioni per i 70 anni della fondazione dell’esercito del popolo coreano, Kim aveva dichiarato: “La Corea del Nord è una potenza militare di classe mondiale” Dal nostro corrispondente pechino Se Trump chiedeva qualcosa più delle parole, delle prove concrete del suo impegno a denuclearizzare, Kim Jong- un, a modo suo, gliene ha appena fornita una. Questa mattina il dittatore della Corea del Nord ha annunciato che il suo Paese non solo sospenderà tutti i test missilistici, che erano di fatto già stati messi in pausa nelle settimane di avvicinamento ai Giochi Olimpici, ma anche che chiuderà uno dei siti dove le armi nucleari vengono testate, quello di Punggye- ri. E il messaggio, a giudicare dalla reazione del presidente americano, pare essere arrivato alla Casa Bianca: «La Corea del Nord ha accettato di sospendere tutti i test nucleari e di chiudere un grande sito di test», ha twittato Donald Trump pochi minuti dopo. «Questa è una notizia molto importante, per la Corea del Nord e per il mondo». L’annuncio, dato dalla agenzia di stampa ufficiale del regime Kcna, è particolarmente significativo perché arriva da Kim in persona, senza mediazioni, alla fine di una riunione del comitato centrale del Partito comunista nordcoreano. Rivolto ai suoi cittadini, contiene un certo margine di ambiguità: il comunicato spiega infatti con toni trionfalistici che la sospensione dei test, operativa da oggi stesso, è una conseguenza del fatto che non sono più necessari, visto che la «natura operativa delle armi atomiche» e dei missili di media e lunga portata è stata verificata. «Dichiaro solennemente che abbiamo portato a termine una credibile campagna di armamento nucleare», ha detto Kim. Al suo Paese insomma il dittatore non parla di rinunce, passi indietro, né per ora di denuclearizzazione. La chiusura del sito di test nel Nord però viene presentata, a uso e consumo dell’Occidente e degli Stati Uniti, come un modo per «garantire la trasparenza nella sospensione dei test» e «aderire agli sforzi globali per il disarmo nucleare». Un chiaro messaggio di distensione, che arriva a pochi giorni dallo storico incontro previsto per venerdì 27 tra Kim e il presidente sudcoreano Moon Jae- in, nella zona demilitarizzata al confine tra i due Paesi. Nelle scorse ore Moon si era detto sicuro della sincerità dell’impegno del dittatore nordcoreano per una reale denuclearizzazione, senza chiedere in cambio condizioni inaccettabili per gli Stati Uniti come il ritiro delle loro truppe dalla Corea del Sud. L’annuncio arrivato oggi da Pyongyang sembra avvalorare la sua tesi. In vista del vertice le due Coree hanno attivato anche una linea telefonica diretta tra i rispettivi centri di governo. Moon e Kim dovrebbero sentirsi telefonicamente prima di stringersi la mano, anche se nessuna data ufficiale è stata fissata per il colloquio a distanza. Ma il vero vertice chiave è quello che Kim dovrebbe avere con Donald Trump tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, in un luogo ancora da definire. Negli ultimi giorni Trump ha spiegato che potrebbe in qualsiasi momento ritirarsi dalle trattative, anche durante il colloquio stesso, se queste non dovessero andare nella direzione sperata. Gli Stati Uniti vogliono mantenere la massima pressione su Pyongyang, a cominciare dalle sanzioni economiche, fino a che non vedranno dei passi concreti nella direzione dell’abbandono del nucleare. Per quanto piccolo, il primo di questi passi è appena arrivato. E anche Trump non ha potuto che prenderne atto: «Grande progresso! Non vedo l’ora che arrivi l’incontro».