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 2018  aprile 20 Venerdì calendario

Diritto & Rovescio

Il momento magico del presidente della Francia, Emmanuel Macron, è durato cinque mesi. I due, prima delle elezioni tedesche, e i tre successivi in cui la Merkel, fortemente indebolita dai risultati elettorali, non riusciva a formare il governo. In tutto questo periodo, Macron (visto che, oltretutto, la sua interlocutrice era impegnata in altre cose) si è comportato come se fosse il vero padrone della Ue: ha girato il mondo come una trottola, assumendo impegni che non gli competevano, e distribuendo assicurazioni che non poteva mantenere. Poi ha disegnato un’Europa su sua misura che ha tentato di fare ingoiare, non solo agli altri 26 paesi Ue, ma anche alla Merkel. L’operazione è fallita prima ancora di decollare. Del progetto di Macron è rimasta solo un’alluvione di parole peraltro ben confezionate: nell’imballaggio, i francesi sono imbattibili. Però anche se Macron fa finta di non saperlo, l’Europa che fu a gestione franco-tedesca, da almeno un quarto di secolo è diventata sempre più tedesco-francese. E la grandeur si è appassita a tal punto da diventare irriconoscibile.