Libero, 19 aprile 2018
I profughi per entrare in Austria devono pagare
Non pensiate che, mentre l’Italia è impegnata nella mission impossible della formazione di un governo e il resto d’Europa è diviso tra gas e sanzioni varie, l’Austria del premier Kurz e dei suoi alleati dell’Fpö si sia per così dire addolcita e dimenticata delle idee elettorali ma non troppo, di rendere la vita difficile agli immigrati e di annettersi l’Altoadige. Al contrario, mentre tutti gli altri hanno la testa altrove, Vienna ha varato nuove misure che impongono ai richiedenti asilo una specie di tassa d’entrata della cifra di 850 euro e il sequestro dei cellulari. Quest’ultima misura, ai limiti della legalità in ogni Paese democratico, a meno che non vi siano giustificati motivi rilevati da un giudice, servirà a tracciare attraverso il geolocalizzatore del dispositivo le modalità di arrivo nel Paese del proprietario dello stesso, e a verificare se il rifugiato non sia in realtà un millantatore. Se altresì verrà scoperto che la persona in questione è entrata in precedenza in altri Paesi europei in cui è in vigore il regolamento di Dublino, Vienna potrà letteralmente mandarlo a quel Paese. Il che è un inutile vezzo, in quanto Svizzera a parte, l’Austria confina solo con Stati dell’Unione che hanno aderito a quel patto e non ha approdi sul mare.
«STOP AGLI ABUSI»
Ogni immigrato dunque potrebbe essere respinto, salvo nell’improbabile caso che arrivi in aereo. La somma richiesta invece servirà a coprire le spese per la gestione della domanda d’asilo. Il ministro dell’Interno Herbert Kickl dell’Fpö, ha sottolineato che si tratta di «una legge restrittiva e applicabile sui diritti degli stranieri», per mettere fine agli «abusi» del sistema d’asilo. Le misure saranno votate dal Parlamento nelle prossime settimane.
Le stesse, tra l’altro, prevedono che i rifugiati potranno chiedere la cittadinanza austriaca dopo 10 anni, rispetto ai sei previsti in precedenza, e che le espulsioni di richiedenti con precedenti penali siano più rapide.
Insomma, sugli immigrati l’Austria fa sul serio, così come seriamente, in una sorta di compensazione, a Vienna si stanno prendendo a cuore i destini degli italiani di lingua tedesca e ladina che vivono nel Tirolo italiano. Un disegno di legge che il governo Kurz ha trasmesso al Parlamento «per adeguarsi alle normative Ue» prevede che in caso di necessità all’estero, gli altoatesini di lingua tedesca o ladina potranno rivolgersi a un consolato austriaco, anche se nel Paese in cui si trovano esiste una rappresentanza italiana. In realtà l’appartenenza stessa all’Unione europea prevede già che i cittadini Ue possano rivolgersi a un consolato di un altro Stato membro se in quel Paese il loro Stato non ha una rappresentanza diplomatica, ma il disegno di legge austriaco va oltre, perché i sudtirolesi potranno appunto scegliere, anche in presenza di entrambi i consolati.
BRUXELLES TACE
Potranno chiedere assistenza in caso di arresto, grave incidente, malattia oppure morte, ma anche se fossero vittime di reati. La legge dovrebbe entrare in vigore già il prossimo primo maggio. Vienna fa esplicitamente riferimento al gruppo linguistico tedesco e ladino, perché cadrebbero sotto la «funzione tutrice» dell’Austria, così come è già stato sostenuto durante il dibattito per il doppio passaporto il cui iter di introduzione non è stato affatto abbandonato.
A tal proposito a fine marzo a Vienna si è tenuto un tavolo interlocutorio al quale sono stati invitati anche i consiglieri bolzanini e l’idea del governo austriaco sarebbe quella di introdurlo entro il 2018 o al più tardi nel 2019. Durante l’incontro Werner Neubauer dell’Fpö ha parlato di una lettera del presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani, che avrebbe dato il proprio assenso all’operazione. «Non esprimo preoccupazione in merito alla doppia cittadinanza», si legge nella missiva, «l’importante è che non venga fatto in modo unilaterale, ma con spirito europeista». È molto probabile dunque che a maggior ragione Bruxelles non avrà nulla da ridire sulle nuove disposizioni per le ambasciate, lo spirito europeista in questo caso è perfino superato.