la Repubblica, 20 aprile 2018
Un direttore economista per il rilancio del Met
Ci è voluto un anno, ma alla fine il Metropolitan ha scelto il suo nuovo direttore. Dopo il mezzo scandalo che nel giugno 2017 era costato il posto a Thomas Campbell (un buco di bilancio, un paio di relazioni clandestine con donne dello staff e un pessimo carattere) il board di uno dei più grandi e famosi musei del mondo ha scelto Max Hollein, viennese di 48 anni, che ha trascorso gli ultimi due come direttore del Fine Arts Museum di San Francisco. Dal prossimo agosto sarà lui a gestire i duemila dipendenti, il budget da trecento milioni di dollari e i sette milioni di visitatori annui. Il decimo direttore, un altro europeo, dopo un britannico (Campbell) e un francese (Philippe de Montebello, alla guida del Met per oltre trent’anni), che avevano interrotto la lunga serie di direttori americani.
Anche se il primo in assoluto (1879-1904) era stato un italiano, Luigi Palma di Cesnola, piemontese archeologo e soldato del regno di Sardegna (nella Prima Guerra d’Indipendenza) prima di emigrare e combattere nella guerra civile americana.
Figlio di un noto architetto postmoderno, Hollein dovrà adesso rilanciare il museo orgoglio di New York City, che negli ultimi mesi di Campbell era stato costretto a ridimensionare programmi, a tagliare personale e a imporre (per la prima volta nella storia) il biglietto a pagamento per chi non è residente nella Grande Mela. Una scelta che ha tenuto conto di queste difficoltà, dopo che una candidatura accreditata come quella di Carrie Rebora Barratt (che sarebbe diventata la prima donna a dirigere il Met) era saltata un paio di mesi fa.
Hollein oltre ad essere un esperto d’arte ha infatti studiato economia ed è considerato un maestro del fundraising, la raccolta fondi tra i grandi ricchi d’America essenziale per la vita del Metropolitan. Una carriera americana, la sua, iniziata al Guggenheim alla fine degli anni Novanta, quando si è stabilito negli Stati Uniti dopo essere stato a capo di tre delle più prestigiose istituzioni artistiche tedesche (fra cui lo Städel di Francoforte) ed essere diventato famoso nel mondo artistico per aver installato le sculture di Jeff Koons in mezzo a una collezione di statue egiziane.
Sposato con la fashion designer Nina Hollein (hanno tre figli) oltre all’arte antica, moderna e contemporanea è anche un appassionato di nuove tecnologie. Un motivo in più per sceglierlo come l’uomo in grado di fare uscire il Met dalla crisi e conquistare nuove fasce di pubblico.