Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  aprile 20 Venerdì calendario

Beffa in Islanda, il ladro di bitcoin evade e fugge in volo col premier

Esplode in Islanda il Bitcoingate e getta ombre sui poteri economici del paese scandinavo considerato uno dei più efficienti al mondo e uno dei migliori brand globali, sulla polizia ( Lögreglan), sulle autorità carcerarie e sul governo. Sindri Thor Stefansson, un uomo che era incarcerato in un centro di detenzione non recintato e a bassa sorveglianza perché sospettato di essere stato il mandante del furto nel paese di 600 computer ad alte prestazioni per utilizzarli nel conio dei bitcoin, la valuta virtuale, è fuggito in Svezia con un passaporto falso. Quel che è ancor più imbarazzante è che molto probabilmente, prima che la sua fuga e irreperibilità fosse scoperta e segnalata dalla prigione alla Lögreglan, sarebbe riuscito a imbarcarsi sullo stesso volo di linea della Icelandair da Keflavík, lo scalo internazionale della capitale Reykjavík, ad Arlanda ( il maggiore degli aeroporti di Stoccolma) sul quale era a bordo anche la popolare, giovane prima ministra verde di sinistra Katrín Jakobsdottír. Fonti governative non commentano, quindi non confermano né smentiscono.

L’Islanda è una delle locations principali per il conio virtuale dei bitcoin, sia per il basso costo della sua energia prodotta pressoché al 100 per cento con le fonti rinnovabili sia perché le basse temperature locali rendono molto più facile e veloce il raffreddamento dei potenti computer necessari al conio elettronico del bitcoin. Il comparto di conio del bitcoin è divenuto uno dei settori trainanti dell’economia islandese, in solida crescita da anni dopo aver superato con durissimi sacrifici l’onda lunga della crisi finanziaria del 2008-2009. Il conio virtuale crea però anche problemi: ha aumentato in modo allarmante il consumo d’energia rispetto alla produzione nazionale, fino a far temere blackout.
Sindri Thor Stefansson era detenuto nella prigione umanitaria di minima sicurezza di Sogn, dove era stato appena trasferito da un carcere normale poiché le autorità non lo ritenevano né pericoloso né capace di evadere. A Sogn non esistono cancelli né reticolati né barriere né frequenti o severi controlli. Egli ne ha approfittato, è semplicemente uscito dalla finestra senza sbarre della cella e si è reso irreperibile. Non si sa come, probabilmente con la complicità della sua ben organizzata gang, si era procurato un passaporto falso. E senza difficoltà ha percorso i 95 chilometri tra Sogn e l’aeroporto di Keflavík. Dove appunto è riuscito a imbarcarsi ( non ci sono controlli passaporto, come nell’area Schengen), nonostante la sua foto fosse negli archivi computerizzati della Lögreglan, a bordo dello stesso Boeing 757 in servizio regolare per Stoccolma dove volava la premier, diretta al vertice economico e politico tra i leader dei cinque paesi nordici ( Islanda, Svezia, Norvegia, Danimarca e Finlandia) e il premier indiano Narendra Modi.
Stefansson era stato la mente di un delitto perfetto: 600 computer per un valore di due milioni di dollari sono stati rubati dalla sua banda in quattro irruzioni in altrettante diverse aziende legali per il conio dei bitcoin, e da allora non sono stati più trovati, ogni perquisizione e indagine è risultata vana. Peggio di una sconfitta nel calcio, povera Islanda.