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 2018  aprile 20 Venerdì calendario

Vivendi, svolta a sorpresa Bolloré lascia la presidenza

Parigi
Il colpo di scena è arrivato dal palco dell’Olympia, il teatro di proprietà di Vivendi nel cuore di Parigi dove si è svolta ieri l’assemblea della media company transalpina. Adunanza tranquilla, nessuna contestazione, risultato bulgaro per l’approvazione della remunerazione del presidente. I soci avevano appena finito di votare e si stavano alzando per lasciare la platea, quando Vincent Bolloré ha preso il microfono e invece di salutare gli astanti con il consueto arrivederci ha lasciato tutti di stucco congedandosi definitivamente.
«È l’ultima assemblea che presiedo. Va lasciato spazio ai giovani. Non voglio fare come il re Sole ha regnato 50 anni e ha passato lo scettro al bis-nipote anzichè al figlio», ha detto prima di scomparire dietro le quinte per portare sul tavolo del consiglio di sorveglianza l’avvicendamento appena annunciato ai soci. «Proporrò per la presidenza Yannick Bolloré», il 38-enne rampollo della famiglia che controlla Vivendi, che ha dato buona prova di sé alla guida di Havas. In più, cosa che non guasta mai in Francia, Yannick è anche accreditato di essere in ottimi rapporti con l’attuale inquilino dell’Eliseo, Emmanuel Macron. Anche se forse non così stretti come quelli che aveva il padre con il predecessore Nicolas Sarkozy che, appena asceso alla più alta carica transalpina, aveva festeggiato la sua nomina sul panfilo del finanziere bretone, con lo scontato strascico di polemiche. Oggi Sarkozy – che da avvocato aveva avuto come cliente anche Silvio Berlusconi per i dossier d’Oltralpe – è un po’ finito in disgrazia, indagato dai magistrati anti-corruzione di Nanterre per presunti finanziamenti illeciti dalla Libia alla sua campagna elettorale nel 2007.
Ad ogni modo, la mossa di Vincent Bolloré è stata una vera sorpresa. Non ne sapevano nulla i suoi più stretti collaboratori, non ne sapeva nulla il board di Vivendi fino a quando è stato convocato. Perlomeno a stare a quanto ha riferito a «Il Sole-24Ore» Tarak Ben Ammar che siede nel consiglio di sorveglianza e che era stato il mediatore dell’accordo con Mediaset su Premium, poi naufragato.
Un paio d’anni fa all’assemblea del gruppo di famiglia, Bolloré avevo preannunciato un ruolo per il figlio al vertice di Vivendi. Qualcuno aveva pensato si trattasse della carica operativa, ma Arnaud de Puyfontaine, che è tuttora alla guida della media company, aveva “corretto” le interpretazioni ambigue: «Yannick è destinato a prendere il posto del padre alla presidenza». Sì, ma quando avrebbe compiuto settant’anni, quando – secondo quanto più volte da lui stesso ribadito – si sarebbe ritirato. Bolloré però – pesce d’aprile del 1952 – di anni ne ha appena compiuti 66.
Forse si tratta di frasi di convenienza, ma fonti vicine alla situazione hanno poi fatto sapere che il suo passo indietro non significa che si stia allontanando da Vivendi, ma semplicemente che ritiene che il turnaround sia stato ormai sostanzialmente completato e che il gruppo possa andare avanti per la sua strada nelle mani dell’attuale squadra operativa che ne cura la gestione. Più o meno la stessa giustificazione che era stata fornita qualche giorno fa quando, altrettanto a sorpresa, aveva lasciato la poltrona al vertice di Canal Plus a un suo fedelissimo.
Bolloré è riuscito comunque a prendere la scena anche ieri, aprendo e chiudendo l’adunanza con i fuori programma nel contesto di un evento che per il resto ha seguito ordinatamente il copione con i tempi di un orologio svizzero. Meno dirompente l’esordio, quando il finanziere bretone ha ricordato che vent’anni fa, quando aveva messo piede per la prima volta in Mediobanca, reduce dalla fortunataincursione su Lazard, non erano mancati sospetti e polemiche, come sta succedendo ora con Telecom e Mediaset. «Gli investimenti in Italia – ha osservato – sollevano critiche. Ma è alla fine della fiera che si contano gli animali. È successa la stessa cosa quando ho investito in Mediobanca. Il mio gruppo ha guadagnato molto e ha contribuito alla stabilità di Mediobanca e anche di Generali. Penso che faccia parte delle cose della vita: bisogna essere coraggiosi». Vedremo se il coraggio pagherà anche questa volta.