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 2018  aprile 19 Giovedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - UNO SPIRAGLIO PER IL GOVERNOSOLE.ITaccordo con i cinquestelle è di parlare di cose da fare

APPUNTI PER GAZZETTA - UNO SPIRAGLIO PER IL GOVERNO

SOLE.IT
accordo con i cinquestelle è di parlare di cose da fare. Se cadono i veti si parte, si parla di programmi. Noi siamo disponibilissimi a farlo, come Di Maio chiede da tempo». Matteo Salvini, capodelegazione del centrodestra unito, sintetizza così lo “stato dell’arte” del confronto politico con il M5S, al termine del secondo giro di consultazioni della presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, al quale ieri il presidente Sergio Mattarella ha affidato un mandato esplorativo per verificare la possibilità di formare un governo con centrodestra e M5S. Tiepido ma positivo il giudizio sul confronto politico post voto espresso dal capo politico del M5S, Luigi Di Maio, che nel tardo pomeriggio, reduce anche lui dall’incontro con la presidente del Senato, parla di «sintonia su vari temi» con Salvini: «È chiaro che ci sia disponibilità a discutere su programmi».

Di Maio: sì a contratto con Salvini, poi sostenuto da Fi-Fdi
«Siamo disponibili anche a non considerare come ostile il sostengo di Forza Italia e di Fratelli d’Italia a questo Governo», ma «il contratto deve essere firmato da due precise forze politiche», aggiunge Di Maio, aprendo così all’ipotesi di appoggio esterno delle altre componenti del centrodestra. Ma conferma che il “contratto alla tedesca” va «formato e firmato da due precise forze politiche»: il Movimento 5 Stelle e la Lega di Matteo Salvini.

Di Maio: andiamo avanti ma senza colpi di scena
«Con molta onestà vi dico: andremo avanti ma senza pensare a colpi di scena, a Di Maio al tavolo con quattro partiti a trattare sui ministri, a Di Maio al governo senza essere alla presidenza del Consiglio, immaginatevi se M5s potrebbe essere disponibile a ciò», chiarisce poi Di Maio, che guida la delegazione M5S composta anche da Toninelli e Grillo, capogruppo dei pentastellati a Camera e Senato. «Con tutta la buona volontà a collaborare nulla per me è perduto e nulla si chiude ma non possiamo andare oltre certi limiti», prosegue sottolineando che «se poi mi si chiede di sedermi a un tavolo con tre forze politiche, Di Maio, Salvini, Berlusconi e Meloni per concordare un programma di governo e personalità che vengono dalle singole forze politiche, voi capirete che è molto complicato per noi digerire questo scenario». Allo stesso tempo, sottolinea Di Maio, Non ci si può chiedere di ricominciare da capo con tavoli» che già durante la trattativa per le presidenze «non abbiamo condiviso. Non si può pensare che tre forze politiche contrattino ministri e sottosegretari, immaginate a che era politica si torna..», conclude.

Forza Italia all’attacco: da Di Maio prova di immaturità
La reazione di Forza Italia all’apertura “condizionata” di Di Maio arriva poco prima delle 20, una mezz’ora dopo le dichiarazioni del capo politico M5S. Ed è una doccia fredda. «Il supplemento di veto pronunciato dal Movimento 5 Stelle dimostra, al di là di ogni ragionevole dubbio, il rifiuto di formare un governo. Si tratta dell’ennesima prova di immaturità consumata a danno degli italiani. Il centrodestra unito e Forza Italia hanno invece dimostrato di essere pronti e compatti nella volontà di dare le risposte che il Paese necessita», si legge in una nota del partito.

Seconda giornata delle consultazioni affidate a Casellati
Il nuovo round di incontri è iniziato alle 14.30 a Palazzo Giustiniani, nei pressi del Senato, con lo stesso Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. A seguire, alle 17.30, gli esponenti pentastellati, che però si sono presentati all’incontro con Casellati con quasi un’ora di ritardo. Domani mattina la presidente del Senato andrà a riferire al Quirinale.

L’Analisi L’assenza “strategica” di Salvini dal Palazzo

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Salvini: segnali di novità da M5S
«Sì, ci sono dei segnali di novità dal M5S, confidiamo oggi in quel che dirà Di Maio», ha detto il leader della lega Matteo Salvini uscendo da Palazzo Giustiniani dopo le consultazioni con Casellati. «Per noi è improponibile un governo con chi ha perso», ha spiegato Salvini, lanciando «l’ultimo appello alla responsabilità: si parli di temi e non di posti». Il leader della Lega, che ha parlato a nome del centrodestra, ha ricordato diversi temi come «la riforma delle pensioni» da fare «con chi è stato premiato dagli italiani e con i secondi arrivati. A dispetto di quello che abbiamo letto sui giornali, speriamo che per reciproca volontà si parli di cose da fare come la crisi, l’Alitalia e la riforma fiscale che sta a cuore anche al Movimento Cinque stelle».

Governo, per Salvini «oggi si può partire»
«Se oggi si parte? Parlatene con il presidente Casellati, speriamo di averle consegnato un buon lavoro», ha risposto Salvini ai giornalisti, convinto comunque che «oggi si può partire, finalmente si può costruire qualcosa», anche se non entra nei dettagli. Il suo entusiasmo rimbarlza sui social: «Via i veti, e si parte!», si legge su un post pubblicato sul profilo Twitter di Salvini, insieme all’hashtag #andiamo a governare e il video delle ultime dichiarazioni a Palazzo Giustiniani.

Toninelli (M5s): Pd faccia un passo avanti. Noi mai con Berlusconi
A inizio giornata, in attesa dell’esito dei nuovi incontri, dai Cinquestelle è arrivata una nuova “mano tesa” ai dem. «Noi parliamo solo della Lega perché il presidente Mattarella ha dato alla Casellati un mandato specifico - ha detto il capogruppo M5S al Senato Danilo Toninelli - ma noi non è che non stiamo parlando al Pd, al quale rinnoviamo la proposta di sedersi a un tavolo e scrivere un contratto di governo». «Io spero che su sollecitazione anche del presidente della Repubblica facciano un passo avanti - ha aggiunto Toninelli - se il Pd vuole realizzare un programma serio noi ci siamo, noi abbiamo il reddito di cittadinanza e loro hanno il reddito di inclusione, troviamo una via di mezzo e combattiamo la povertà». «Fosse per noi staremmo già scrivendo il contratto di governo con la Lega» ha chiarito Toninelli, secondo il quale «domani l’ipotesi di un governo di centrodestra sarà finita definitivamente e Salvini dovrà decidere se restare aggrappato alla restaurazione o se scrivere un contratto di governo con noi». Perché «noi non staremo mai con Berlusconi», conclude.

Consultazioni Casellati: dopo il primo round ancora stallo e veti incrociati

Martina (Pd): abbiamo sempre fatto passaggi di responsabilità
E se il presidente della Repubblica chiedesse un atto di responsabilità al Pd? «Anche in queste ore, in questi giorni, abbiamo sempre fatto passaggi di responsabilità - ha detto il reggente dei dem Maurizio Martina. «Siamo gli unici - ha sottolineato - a essere saliti al Quirinale con delle proposte concrete. Ancora ieri abbiamo proposto tre precisi punti programmatici, concreti. Così il Pd può fare bene il suo mestiere per l’Italia». Sempre dal Pd, su Twitter il vicepresidente della Camera Ettore Rosato ha invece replicato a stretto giro alla “mano tesa” di Toninelli: «Caro @DaniloToninelli non siamo la ruota di scorta di nessuno, nemmeno delle mancate vostre intese con la #Lega. Non è sufficiente sbianchettare il programma elettorale per farci dimenticare che per anni avete considerato le riforme del Pd il male assoluto».

“Caro @DaniloToninelli non siamo la ruota di scorta di nessuno, nemmeno delle mancate vostre intese con la #Lega”

Ettore Rosato, Pd, vicepresidente della Camera 




Toti (Lega): non c’è condizione per intesa centrodestra-Pd
Di tutt’altra opinione Giovanni Toti, presidente della Liguria e consigliere di Berlusconi, secondo il quale per un governo centrodestra-Pd «non ci sono le condizioni: gli italiani non lo hanno votato». «Credo che tutti sappiano che a votare nei prossimi due o tre mesi non si andrà visto che ci sono scelte importanti da prendere per il Paese - ha continuato Toti - magari si voterà il prossimo anno. Qualcuno a Palazzo Chigi ci dovrà andare. Un Governo c.destra- 5S ha un sapore politico che può far guardare a un orizzonte più lungo».



ROMA - Nessun colpo di scena, ma uno spiraglio che si apre. Aperto dall’ottimismo di Salvini, il secondo giro di consultazioni della presidente del Senato Casellati si chiude con la rinnovata chiusura di Di Maio a qualsiasi accordo di governo che includa anche Forza Italia, ma con l’apertura al sostegno esterno di Berlusconi e Fratelli d’Italia a un governo M5s-Lega. Queste le parole del capo politico del M5s dopo l’incontro con Casellati a Palazzo Giustiniani, slittato di un’ora rispetto alle 17:30, l’orario fissato.

"Voglio fare il riepilogo del percorso con Salvini - esordisce Di Maio -. Insieme abbiamo reso operative le Camere, le Commissioni speciali. Abbiamo sintonia su alcuni temi, è partita l’istruttoria sui vitalizi. C’è disponibilità a discutere sui programmi. Noi siamo disponibili e ce la stiamo mettendo tutta. Ma è anche vero che noi oltre certi limiti non possiamo andare. C’è la nostra disponibilità a un contratto di governo con Salvini. A cui ho detto che saremmo anche disposti ad accettare l’idea del sostegno di Forza Italia a quel governo. Ma era chiaro che l’interlocuzione dovesse avvenire con ambedue (Salvini e Berlusconi, ndr). Se mi si chiede di sedermi a un tavolo con tre forze politiche, con Berlusconi, Salvini e Meloni, per un governo che deve includere personalità che vengono dalle tre forze di centrodestra, capirete che per noi è uno scenario duro da digerire. Da parte nostra c’è stata anche disponibilità a dialogare con altre forze politiche, ma il contratto di governo deve essere firmato da me e Salvini. Ce la stiamo mettendo tutta e resta aperto l’invito a firmare questo contratto a due. Non è pensabile che si possa contrattare ministri e segretari con tre forze politiche più la nostra. Ce la metteremo ancora tutta perché nulla è ancora perduto. Ma non oltre certi limiti, siamo il Movimento 5 stelle".

Chiusura a un governo con il Centrodestra, dunque, ma manifesta accettazione dell’idea di un sostegno esterno a un ancora possibile governo M5s-Lega da parte di Forza Italia e Fratelli d’Italia. Ecco, dunque, il rilancio di Di Maio sul tavolo della partita con Salvini. A confronto con Casellati prima dei Cinque stelle, assieme a Berlusconi e Meloni, il leader della Lega e della coalizione di Centrodestra aveva esibito un notevole ottimismo. "Sì, sono ottimista, ci sono segnali di novità" aveva detto Salvini uscendo da Palazzo Giustiniani, "l’accordo con i Cinque stelle è di parlare di cose da fare. Se cadono i veti si parte, si parla di programmi". Con tanto di post su Facebook , chiuso con un eloquente punto esclamativo seguito dall’hashtag #andiamoagovernare.

GENTILONI
ROMA - Tempi rapidi per uscire dallo stallo. È questa la preoccupazione del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Perché "l’Italia non può permettersi di restare fuori della dinamica che disegna il futuro dell’Ue e l’Ue non si può permettere di affrontare il dibattito senza l’Italia". Così il premier rispondendo a una domanda sullo stallo sul governo, nel giorno in cui si incontrano Merkel e Macron. "L’attuale governo è impegnato, nessuno ha staccato la spina. Ma certamente serve una soluzione politica in tempi rapidi che dia certezza del ruolo dell’Italia". Toni simili anche dal presidente della Repubblica emerito, Giorgio Napolitano: "Ogni persona responsabile è preoccupata di questo stallo".

In una nota la segreteria del Partito democratico ha confermato la linea decisa dal partito in direzione. "Ora è il momento della verità per il centrodestra e per il M5s dopo settimane di veti e scontri a danno del Paese. Noi manteniamo la linea coerente di minoranza parlamentare proposta al Paese". E in serata arrivano le parole dell’ex segretario Matteo Renzi: "Adesso, come abbiamo detto dal primo giorno, tocca ai vincitori delle elezioni. E vediamo se saranno in grado di farcela. Tocca a loro, come diciamo da sempre". Insomma, un tentativo di manifestare un serafico distacco dalla trattativa.

Certo, non manca la responsabilità nei confronti del Paese e delle istituzioni. Maurizio Martina, nel giorno dell’apertura di Danilo Toninelli, capogruppo dei 5Stelle al Senato, denuncia ancora lo stallo creato dal giochi di specchi tra Centrodestra e Cinque stelle. Il reggente dem: "Chiariscano una volta per tutte cosa intendono fare per il Paese: trovo inammissibile questo gioco di specchi". E se il presidente della Repubblica chiedesse un atto di responsabilità al Pd? "Anche in queste ore, in questi giorni, abbiamo sempre fatto passaggi di responsabilità. Siamo gli unici a essere saliti al Quirinale con delle proposte concrete. Ancora ieri abbiamo proposto tre precisi punti programmatici, concreti. Così il Pd può fare bene il suo mestiere per l’Italia".

E quello dei dem è un vero e proprio coro di reazioni. Tra le altre quella espressa via twitter da Ettore Rosato: "Caro Danilo Toninelli non siamo la ruota di scorta di nessuno, nemmeno delle mancate vostre intese con la Lega. Non è sufficiente sbianchettare il programma elettorale per farci dimenticare che per anni avete considerato le riforme del Pd il male assoluto".
 

Caro @DaniloToninelli non siamo la ruota di scorta di nessuno, nemmeno delle mancate vostre intese con la #Lega.
Non è sufficiente sbianchettare il programma elettorale per farci dimenticare che per anni avete considerato le riforme del @pdnetwork il male assoluto

— Ettore Rosato (@Ettore_Rosato) 19 aprile 2018   
E per il senatore Francesco Verducci: ""Accordo di governo tra M5s e Pd? Non esiste in natura. Pd e M5s sono irriducibilmente alternativi. M5s è una ’azienda-partito’ che ha una concezione autoritaria e pericolosa della democrazia, racchiusa nel famigerato ’distruggeremo i partiti’". Ma all’area orlandiana questa raffica di no sembra non piacere: "Alla luce del rinvio dell’assemblea nazionale del partito e a fronte dello stallo che caratterizza l’attuale scenario istituzionale, sarebbe utile prevedere la convocazione della direzione nazionale del Pd per avviare un confronto quanto più largo e collegiale sulla delicata fase politica che stiamo vivendo" chiede Marco Saracino, portavoce dell’area Pd che fa capo al ministro Andrea Orlando.

Sul tema degli equilibri politici è intervenuta anche Debora Serracchiani ai microfoni di Circo Massimo su Radio Capital: "Accordo fra Lega e M5S? Se oggi tutto il centrodestra vedrà la presidente Casellati, e se Di Maio avrà un confronto con Casaleggio, chissà che non ci sia una convergenza che ora non c’è". E l’ex vice segrataria dei dem affronta anche il tema della strategia del Pd. "Nelle prossime ore staremo a vedere se e quando il presidente Matta
rella incaricherà una nuova figura. Il Pd starà a quel tavolo. Ciò non vuol dire che faremo un governo con il M5S o che ci sia un dialogo aperto". Ancora: "Il Pd ha sintetizzato in tre punti le proposte. Non è stata assolutamente un’apertura. Poi posso capire che loro l’abbiano colta come tale perché sono in difficoltà".

DICHIARAZIONI DI SALVINI
ROMA - Nessun colpo di scena, ma uno spiraglio che si apre. Aperto dall’ottimismo di Salvini, il secondo giro di consultazioni della presidente del Senato Casellati si chiude con la rinnovata chiusura di Di Maio a qualsiasi accordo di governo che includa anche Forza Italia, ma con l’apertura al sostegno esterno di Berlusconi e Fratelli d’Italia a un governo M5s-Lega. Queste le parole del capo politico del M5s dopo l’incontro con Casellati a Palazzo Giustiniani, slittato di un’ora rispetto alle 17:30, l’orario fissato.

"Voglio fare il riepilogo del percorso con Salvini - esordisce Di Maio -. Insieme abbiamo reso operative le Camere, le Commissioni speciali. Abbiamo sintonia su alcuni temi, è partita l’istruttoria sui vitalizi. C’è disponibilità a discutere sui programmi. Noi siamo disponibili e ce la stiamo mettendo tutta. Ma è anche vero che noi oltre certi limiti non possiamo andare. C’è la nostra disponibilità a un contratto di governo con Salvini. A cui ho detto che saremmo anche disposti ad accettare l’idea del sostegno di Forza Italia a quel governo. Ma era chiaro che l’interlocuzione dovesse avvenire con ambedue (Salvini e Berlusconi, ndr). Se mi si chiede di sedermi a un tavolo con tre forze politiche, con Berlusconi, Salvini e Meloni, per un governo che deve includere personalità che vengono dalle tre forze di centrodestra, capirete che per noi è uno scenario duro da digerire. Da parte nostra c’è stata anche disponibilità a dialogare con altre forze politiche, ma il contratto di governo deve essere firmato da me e Salvini. Ce la stiamo mettendo tutta e resta aperto l’invito a firmare questo contratto a due. Non è pensabile che si possa contrattare ministri e segretari con tre forze politiche più la nostra. Ce la metteremo ancora tutta perché nulla è ancora perduto. Ma non oltre certi limiti, siamo il Movimento 5 stelle".

Chiusura a un governo con il centrodestra, dunque, ma manifesta accettazione dell’idea di un sostegno esterno a un ancora possibile governo M5s-Lega da parte di Forza Italia e Fratelli d’Italia. Ecco, dunque, il rilancio di Di Maio sul tavolo della partita con Salvini. A confronto con Casellati prima dei Cinque stelle, assieme a Berlusconi e Meloni, il leader della Lega e della coalizione di centrodestra aveva esibito un notevole ottimismo. "Sì, sono ottimista, ci sono segnali di novità" aveva detto Salvini uscendo da Palazzo Giustiniani, "l’accordo con i Cinque stelle è di parlare di cose da fare. Se cadono i veti si parte, si parla di programmi". Con tanto di post su Facebook , chiuso con un eloquente punto esclamativo seguito dall’hashtag #andiamoagovernare.