Libero, 18 aprile 2018
La Kyenge smentita perfino da suo marito
Ma quale razzismo. Al massimo, a voler esagerare, si tratta di una baruffa tra vicini. Di quelle del tipo: il cane imbratta, il padrone non raccoglie i bisogni, e l’altro esasperato, stanco si vedere il paesaggio pieno di escrementi, s’infuria e “deposita” il prezioso souvenir davanti alla casa dei possessori dell’animale.
Che brutto colpo per Cécile Kyenge. Proprio lei, che sulla cacca del suo cane depositata davanti all’uscio della sua abitazione di Gaggio di Castelfranco, in provincia di Modena, aveva costruito l’ennesima narrazione sul «razzismo» degli italiani nei suoi confronti. «Mi odiano in quanto donna, di colore e di successo», aveva denunciato l’ex ministro del governo Letta (Pd), adesso europarlamentare. Macché.
«Era meglio se stava zitta, se contava fino a dieci prima di parlare», si sfoga Domenico per tutti Mimmo Grispino, che di Cécile è il marito. Mimmo non condivide nulla, voto in cabina elettorale compreso, della moglie. «Ho votato Lega e non sono più di sinistra», ha confessato alla Zanzara, la trasmissione di Radio 24 condotta da Giuseppe Cruciani. Figurarsi come poteva reagire alla storia delle deiezioni canine davanti alla porta di casa sua in segno di protesta per le politiche favorevoli all’integrazione della consorte. «Quello che ha detto il vicino non è vero, è un bugiardo».
LA FANTASIA DI CÉCILE
Tanto per cominciare, tutto si gioca sulla capacità del cane di casa Kyenge di espellere. «È un bugiardo se dice che il mio cane lascia sempre la cacca in giro. Sarà successo due volte negli ultimi anni. Il cane ha dieci anni ed è stitico». Primo colpo alla ricostruzione di Cécile: non è possibile che le feci dell’animale siano state così significative da configurare un attentato alla serenità della famiglia Kyenge. «Ho un pastore maremmano, Zibì, come Boniek, che porto in giro di giorno proprio per evitare casini. Dunque lo vedo quando caga. E vado sempre in giro coi sacchetti di plastica», si è difeso Mimmo alla radio.
Insomma, Zibì non può aver fatto granché: «Si sforza un casino per farla, si abbassa sempre, cammina abbassato e forse per questo gli danno sempre la colpa». Ma l’occhio del padrone, si sa, è sempre benevolo. A pensarci bene, ammette, Mimmo, qualcosa effettivamente gli è sfuggito, a lui che pure va sempre in giro con palettina e sacchetti di plastica. «L’altro giorno è caduto uno stronzetto di un centimetro che non ho visto, cazzo». Uno «stronzetto» sufficiente, però, a scatenare l’ira del vicino: «A un certo punto è arrivato uno tutto cattivo che ha protestato». Ma la moglie, che pure lamenta episodi ostili dal 2013, secondo Mimmo non c’entra niente. «Forse gli sto sul cazzo perché ho votato la Lega e non sono più di sinistra».
E qui c’è la seconda sorpresa: Mimmo ha votato per il Carroccio. Altro che il Pd di Cécile. «Il Pd non esiste più: sono bolliti». E fa niente se la Lega è il partito che più di ogni altro, anche in modo ruvido, ha polemizzato con la moglie. «Sì, ma non sono affatto tutti così. Anzi sto lavorando a un progetto per l’Africa col vice di Salvini, Lorenzo Fontana». Altro colpo per Cécile: «Non sono d’accordo con lei». I leghisti «non sono né xenofobi né razzisti».
A questo punto viene naturale chiedersi se il matrimonio, in casa Kyenge, sia saldo. La verità è che marito e moglie si vedono «poco. Ma forse è meglio per mantenere il matrimonio. I rapporti resistono anche perché ci si vede poco». Mimmo, alla faccia della moglie e del presunto «razzismo» degli italiani, spera che Salvini e Luigi Di Maio raggiungano un accordo di governo: «Sì, ho votato in quel modo anche con questo obiettivo».
LE COLPE DEL VICINO
Ma adesso il problema è un altro: come salvaguardare l’immagine di Zibì, il cane. «Il vicino non può andare in giro a sputtanare la gente, ma non porto nessuno in tribunale. Sembra che io vado in giro a seminare la merda del cane. Io sto attento proprio a vedere se ha fatto la cacca o meno perché passano dei giorni che non la fa». Già, il vicino. «Si faccia vivo, e so chi è», lo sfida Mimmo. Povera Cécile: pensava all’ennesimo episodio di razzismo, si trova in mezzo a una disputa sull’entità degli escrementi.