la Repubblica, 19 aprile 2018
Mike Pompeo, il più politico dei falchi in segreto da Kim
New York Non poteva essere che Michael Richard Pompeo, per gli amici Mike, l’uomo scelto da Donald Trump per rompere il muro con l’ultimo bastione di comunismo reale e trattare con il satrapo-dittatore meno gestibile del pianeta Terra. Da buon soldato “Mike” si è recato a Pyongyang, per iniziare a dialogare con il leader della Corea del Nord e spianare la strada per il “vertice del secolo” tra il presidente degli Stati Uniti e Kim Jong-un.
Non poteva che essere lui, Giano Bifronte dell’America di The Donald, formalmente ancora direttore della Cia ( anche se non più operativo) e “in pectore” Segretario di Stato già in funzione. Una missione a metà tra la spia e il diplomatico, con il nuovo uomo forte ( insieme all’ultimo arrivato John Bolton) della rinnovata stagione 2018 dell’amministrazione Trump, pronto a scambiarsi i due cappelli a seconda delle esigenze.
Spia e diplomatico, ambasciatore e militare, atteso da un compito che può diventare il primo grande successo “mondiale” della Casa Bianca di Donald Trump. Proprio lui, che nell’arena politica ci è arrivato relativamente tardi (a 47 anni), eroe di quel Kansas dove si era trasferito dalla nativa California, spinto al Congresso dalla grande ondata del Tea Party anti-obamiana del 2010. Pupillo dei fratelli Charles e David Koch, i più grandi finanziatori del nuovo mondo repubblicano ( la seconda famiglia più ricca d’America con un patrimonio di 82 miliardi di dollari) che lo hanno generosamente aiutato nella scalata verso i poteri forti di Washington: dove è partito dalla commissione Intelligence della Camera per arrivare al vertice della Cia e infine ( se verrà confermato) alla Segreteria di Stato.
Nella sua classe all’accademia militare di West Point si era laureato come il più brillante, tanto da guadagnarsi l’ingresso alla prestigiosa Harvard Law School dove ha scoperto anche di avere una vena editoriale (è stato redattore dell’Harvard Journal of Law & Public Policy e poi nel board dei direttori della Harvard Law Review).
Cinque anni nell’esercito, ufficiale di cavalleria assegnato a Berlino negli ultimi mesi prima della caduta del Muro, una partecipazione alla prima Guerra del Golfo, prima di intraprendere la carriera di imprenditore, iniziando in campo aeronautico e proseguendo in quello petrolifero.
Se la storia degli Stati Uniti ci ha insegnato qualcosa è che i “falchi” della politica estera e militare sono (quasi) sempre quelli che meglio sono in grado di fare la pace. Ecco perché Mike Pompeo, nella spesso ambigua Casa Bianca di The Donald era l’uomo giusto per trattare con il “pazzo di Pyongyang”.