Corriere della Sera, 19 aprile 2018
Quei cinque giorni senza esito per Nilde Iotti
Prima dell’esploratrice Elisabetta Maria Alberti Casellati ce ne fu un’altra: Nilde Iotti, comunista e presidente della Camera. Corre il marzo del 1987 e il premier in carica Bettino Craxi non desidera più cedere il passo al democristiano Ciriaco De Mita. «Il patto della staffetta è un abuso», urla il leader socialista. Si apre la crisi di governo e l’allora capo dello Stato Francesco Cossiga decide di affidare a Giulio Andreotti l’incarico di formare un nuovo esecutivo. Il tentativo non va a buon fine. È necessario ripartire da zero. Allora il 27 marzo l’inquilino del Colle punta le carte sulla Iotti. A lei un mandato esplorativo per valutare la possibilità di superare la crisi senza andare alle elezioni anticipate. L’incarico suona come il riconoscimento di grande affidabilità e di piena legittimazione del Pci. È la prima volta che un’esponente donna riceve questo tipo di incarico. Raccontano che Cossiga fece un’ulteriore valutazione: Iotti si era espressa più volte con grande nettezza contro il ritorno alle urne. Ma la storia racconta che il 31 marzo Nilde Iotti concluse la sua esplorazione con un nulla di fatto. E da lì seguiranno un incarico a Scalfaro e un mandato esplorativo ad Amintore Fanfani.