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 2018  aprile 19 Giovedì calendario

SOS Rousseau: Casaleggio si affida a un tecnico

L’estate scorsa fu un ventiseienne padovano: si infilò, come un coltello nel burro, nel sistema operativo Rousseau, solo per il gusto di farlo: “Volevo testarne la vulnerabilità”, disse ai poliziotti della postale che erano andati a perquisirgli casa.
Svelò, quell’hacker “buono”, quello che un po’ tutti sapevano e che la stessa Casaleggio associati fu costretta a confessare: la piattaforma dei Cinque Stelle, dove si vota, si organizzano eventi e si propongono leggi, non è sicura. Poi arrivò l’hacker “cattivo”: quel Rouge_0 che sosteneva di aver venduto in cambio di bitcoin nomi, cognomi, email, password e donazioni fatte al sito del Movimento Cinque Stelle. Così a Milano hanno deciso di correre ai ripari. L’intera architettura informatica va rifatta da capo e per questo Davide Casaleggio si è affidato a un esperto, un partner tecnologico che si occuperà di reingegnerizzare Rousseau. Il termine tecnico indica proprio una riprogettazione del sistema e ovviamente non riguarderà solo il tema della sicurezza. L’esigenza fondamentale è quella di rendere più sicura la piattaforma e di garantire la gestione dei dati, anche per evitare di incorrere nelle sanzioni già paventate dal Garante della privacy.
L’istruttoria dell’Authority – aperta proprio in seguito alle incursioni informatiche dell’estate scorsa – si era conclusa a inizio anno con il rilievo di una serie di illeciti nel trattamento dei dati personali e soprattutto con la dimostrazione che chi partecipa alle votazioni on line non ha la tutela dell’anonimato. Così, il Garante chiedeva ai Cinque Stelle di attivare una serie di misure per risolvere i problemi assodati. Nodi finiti tutti sul tavolo dell’associazione Rousseau, l’ente operativo voluto da Gianroberto Casaleggio e ora controllato dal figlio Davide, che ha tre soci: il capogruppo a Bologna Massimo Bugani, grillino della prima ora; la capogruppo a Pescara Enrica Sabatini e il motore della Casaleggio, Pietro Dettori, ora fisso a Roma con Di Maio. Assieme, hanno consultato vari esperti. E hanno deciso di affidarsi a un tecnico, che dopo una serie di riunioni preparatorie sta cominciando a lavorare concretamente sulla piattaforma assieme aMarco Maiocchi: “progettista e sviluppatore di architetture software dal 1991”, nella Casaleggio associati dal 2006. Oltre alla sicurezza, il “reset” tecnologico servirà anche a implementare alcune funzionalità di Rousseau. Ma soprattutto, dovrà rendere molto più semplici l’iscrizione alla piattaforma e le votazioni, risolvendo i notevoli e ricorrenti guai tecnici.
Evidenti soprattutto durante le ultime Parlamentarie, quando molti iscritti ebbero problemi ad accedere. Per completare il lavoro, il tecnico e la sua equipe si sono dati circa tre mesi di tempo. E i fondi non gli mancheranno, visto che i parlamentari del M5S sono tenuti dal regolamento a versare “per il funzionamento delle piattaforme” 300 euro al mese dal loro stipendio.