La Stampa, 18 aprile 2018
Non solo coma. Tutte le volte in cui il cervello va in tilt
MORTE CEREBRALE
Le cellule cerebrali sono completamente morte e l’elettroencefalogramma è piatto. Il paziente è in completo stato di incoscienza e perde in modo irreversibile qualsiasi funzione cerebrale e vegetativa, inclusa la capacità di respirare e mantenere la temperatura corporea. Questa condizione coincide con la morte.
COMA
È uno stato di totale perdita della coscienza che si manifesta in seguito a un grave danno cerebrale. Il paziente giace immobile, a occhi chiusi, spesso non respira in modo autonomo. Le cellule cerebrali sono comunque vive ed emettono segnali elettrici rilevabili con l’encefalogramma. Questa condizione può perdurare fino a un massimo di 3-4 settimane, entro le quali il paziente si sveglia o entra in stato vegetativo o di minima coscienza.
STATO VEGETATIVO
I pazienti che non riprendono coscienza dal coma possono entrare in uno stato vegetativo, che dura anche mesi o anni. L’individuo tende ad aprire gli occhi a ritmi più o meno regolari, può respirare in modo autonomo e rispondere ad alcuni stimoli e tuttavia non ha consapevolezza di sé e dell’ambiente. Ogni gesto non è mai volontario o dettato dalla coscienza: il cervello elabora segnali del mondo esterno ma senza dare luogo a una sensazione cosciente.
STATO DI MINIMA COSCIENZA
Si distingue dallo stato vegetativo per la presenza di comportamenti coscienti e volontari, che si presentano a ritmi più o meno regolari. È il gradino superiore rispetto allo stato vegetativo. In questo caso si hanno maggiori probabilità di tornare alla «realtà», seppur con disabilità più o meno gravi.
SINDROME «LOCKED-IN»
Il paziente è vigile e cosciente ma impossibilitato a comunicare a causa della paralisi dei quattro arti e della mancanza di vocalizzazione e di espressioni facciali. Questa condizione può presentarsi in seguito a un danno cerebrale e nei casi peggiori la persona non può comunicare con l’esterno neppure attraverso il movimento degli occhi.