La Stampa, 18 aprile 2018
La saga dei Rothschild alla settima generazione. Alexandre presidente
Esce di scena David e prende le redini del comando Alexandre. Sconosciuti ai comuni mortali, nei circoli dell’alta finanza francese ed europea, solo al pronunciarne i nomi, tutti sanno di chi si tratti. Alexandre de Rothschild, 37 anni, prenderà il 17 maggio il posto del padre David come presidente esecutivo della banca d’affari Rothschild & Co. Siamo ormai alla settima generazione di una famiglia che iniziò la sua fortuna alla fine del Settecento a Francoforte nel negozio di monete di Moses Amschel, che arrivò a gestire il patrimonio del principe Guglielmo I d’Assia.
Fu lui a inviare cinque dei suoi figli in giro per l’Europa, per creare filiali della banca Rothschild. Oltre a quello tedesco, nacquero nuovi rami a Londra, Napoli, Vienna e Parigi. E proprio la «corrente» francese resta ancora oggi dominante, fin dall’Ottocento, sui destini finanziari del Vecchio continente. Ma la strada non è stata sempre in discesa: nel 1981, appena eletto, François Mitterrand mise mano a una serie di nazionalizzazioni che colpirono anche la banca Rothschild. Guy, padre di David, che oggi ha 75 anni, e nonno di Alexandre, scrisse su Le Monde : «Mi sono ritrovato ebreo sotto Pétain (ndr, il maresciallo del governo di Vichy, collaborazionista rispetto ai nazisti) e una sorta di paria sotto Mitterrand. Adesso basta». E invece la storia di questi banchieri continuò.
Dopo che gli azionisti ricevettero 500 milioni di franchi di indennizzi, David ricominciò da capo, con una piccola società finanziaria e un fatturato allora equivalente a dieci millioni di euro. La Rothschild & Co. ha archiviato il 2017 con ricavi a quota 1,9 miliardi (+12%) e con utili netti record pari a 236 milioni (+36%). E ha concluso nel 2017 operazioni di fusione e acquisizione per 80 miliardi (contro i 62 di Lazard, l’eterna rivale). David è riuscito a fondere nel 2007 le sue attività con quelle del ramo inglese di Sir Evelyn de Rothschild (ma è rimasto in concorrenza con la «Edmond de Rothschild» diGinevra : un ramo franco-elvetico, che fa capo a Benjamin, ma soprattutto alla moglie, la rampantissima Ariane). David, discreto come tutti i Rothschild, pure flemmatico e autoironico, ha precisato riguardo alla sua successione che, «se siamo arrivati qui, è perché un Rothschild ha sempre messo un membro della sua famiglia al proprio posto e ha scelto piuttosto il migliore. O il «meno peggio», se proprio non c’era alternativa». Del figlio Alexandre, comunque, ha detto che «ha ogni volta un giudizio giusto e sicuro su uomini e donne».
I Rothschild francesi hanno sempre operato in osmosi con il mondo politico. Georges Pompidou, prima di diventare presidente, lavorò da loro per una decina d’anni. Nicolas Sarkozy, da avvocato, ha collaborato costantemente con David. E un certo Emmanuel Macron è stato banchiere presso i Rothschild dal 2008 al 2012. Alexandre ha frequentato da ragazzo l’Ecole alsacienne, istituto privato della Parigi bene. Si è laureato all’Ecole supérieure du commerce extérieur (Esce) per poi trasferirsi a New York, dove ha lavorato come analista finanziario da Bear Stearns e in Bank of America. Dopo un passaggio a Londra, è ritornato a Parigi, per integrare la banca di famiglia, dove ha sviluppato la divisione di merchant banking. È metà italiano, perché la madre, moglie di David, è la principessa Olimpia Aldobrandini (il suo nome completo è Alexandre Guy Francesco). Sposato con Olivia Bordeaux-Groult, ha due figli e ama l’equitazione, salto ad ostacoli compreso. Quanto a David, ha già detto che vuole dedicarsi finalmente a lunghe passeggiate per Parigi. Con un nuovo compagno, in arrivo dalla Scozia : Gipsy, un labrador nero. Era anche la razza preferita di Mitterrand.